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17 marzo: Festa dell'Unità d'Italia

Le Guerre di Indipendenza e l'Unità del Paese:


Il 17 marzo 1861 l'Italia veniva finalmente riunita sotto un’unica bandiera: il Tricolore. Erano passati diversi anni da quel fatidico '48, che vide per la prima volta dai tempi dei Comuni medievali una guerra a carattere italiano volta a scacciare lo straniero dalla penisola. Dopo due violenti conflitti, la monarchia Sabauda era riuscita ad unificare gran parte dei territori prima divisi o occupati, potendo così proclamare la nascita del Regno D'Italia.

Induno Gerolamo, La partenza dei volontari, particolare.

Eroi, martiri e leggende ebbero un ruolo fondamentale nel scrivere le pagine risorgimentali della nostra storia. Furono tantissimi i patrioti pronti a donare la propria vita alla causa dell'Unità o a compiere azioni degne di spessore che nel corso dei secoli dovrebbero esser ricordate. Spesso però succede che la memoria popolare venga meno, cancellando dai libri scolastici quei personaggi la cui vita si intreccia in maniera significativa con la storia della nostra Nazione.


La rivolta di Balilla. Litografia del XIX secolo.

Il Balilla:


Una menzione importantissima va fatta nei riguardi della figura del Balilla; il giovane che, durante l'occupazione austriaca di Genova del 1746 scagliò, secondo la leggenda, la prima pietra contro gli invasori Asburgici. Nonostante l'identità del Balilla viene comunemente riconosciuta in Giovan Battista Perasso, si è costruito un mito attorno a questo ragazzo diventato il simbolo della Genova libera. L'impronta storica che ha lasciato il Balilla si può osservare in Piazza Portoria, quartiere dove si narra ebbe luogo il fatto, grazie ad una statua inaugurata nel 1863. Nel corso del ventennio fascista il mito del Ragazzo di Portoria viene celebrato non solo dalla famosa canzone Fischia il sasso di Giuseppe Blanc, nella quale vengono descritte le eroiche gesta del genovese, ma anche a lui dedicando l'inquadramento giovanile nei ranghi fascisti tramite l'Opera Nazionale Balilla.


Episodio delle cinque giornate, combattimento presso il Palazzo Litta.

La famiglia Dandolo:

Anche se ai più questo cognome potrebbe risultare sconosciuto, i Dandolo furono una famiglia di ferventi patrioti durante il corso del Risorgimento. Enrico ed Emilio Dandolo, fratelli varesotti, col sopraggiungere dei moti insurrezionali del '48 si unirono ai Milanesi nella rivolta contro l'oppressore Austriaco, combattendo e divenendo figure importanti nella città libera. Successivamente, persa la prima guerra di indipendenza e vedendo tornare Milano occupata, i due fratelli presero parte alla costituzione della Repubblica Romana del 1849. Purtroppo uno dei due fratelli, Enrico, verrà ucciso durante la difesa di Villa Corsini, luogo dove tra l'altro anche il patriota Goffredo Mameli sarà ferito. Rimasto solo, Emilio prese la strada dell'esilio per poi morire di tubercolosi nel 1859, poco prima che la sua amata Lombardia venisse liberata dallo straniero Asburgico.


La piccola Vedetta Lombarda.

De Amicis e la Vedetta Lombarda:


Se è vero che fatta l'Italia bisognava fare gli italiani, De Amicis con il suo libro Cuore ha avuto un ruolo fondamentale nel formare i giovani che, nel periodo post-unitario, avevano bisogno di sentirsi italiani. Con la famosa opera del 1886, l'autore vuole insegnare tramite brevi racconti strutturati a episodi, i valori e le virtù del popolo. La storia che ci interessa è quella della Piccola Vedetta Lombarda, un ragazzo che durante la seconda guerra di indipendenza si prestò ad aiutare un ufficiale di cavalleria piemontese. Il giovane si offrì di salire su un albero per osservare la presenza di austriaci nei paraggi per poi riferire al cavalleggero. Avvistato dal nemico, il ragazzo si rifiutò di scendere fino a missione compiuta, ma venne colpito a morte dagli austriaci. Riuscito ad avvisare l'ufficiale piemontese della posizione dei reparti austriaci, esalò poco dopo il suo ultimo respiro prima di cadere senza vita al suolo. Successivamente l'esercito piemontese, passando sotto quell'albero, avrebbe lasciato dei fiori sul corpo del ragazzo avvolto nella bandiera Tricolore. La storia, per quanto sembri molto romantica, potrebbe avere riscontro storico. Giovanni Minoli, il giovane in cui viene identificata la figura della Vedetta Lombarda, cadde il 20 maggio 1859 proprio prima della battaglia di Montebello. Il pioppo sopra il quale il ragazzo si arrampicò, è ancora presente e visitabile presso Voghera.

Conclusioni:


Secondo alcuni storici, l'unità territoriale del Paese avviene solamente con la fine della Prima guerra mondiale, riconosciuta da loro come quarta guerra di indipendenza. Secondo questa visione storiografica, la lista dei martiri, anche irredentisti, si allungherebbe di molto, comprendendo eroi dal calibro di Cesare Battisti e Nazario Sauro, giusto per citarne due. Sperando comunque di essere stato sintetico e chiaro, volevo limitarmi ad accennare le gesta di qualche figura storica per celebrare il 17 marzo, Festa dell'Unità d'Italia.


Diego Como

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