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Berlusconi e i giovani

LA GIOVENTÙ DI BERLUSCONI

il senso di una missione… con il sole in tasca


Biografia:

Silvio Berlusconi nasce a Milano il 29 settembre 1936. Primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, trascorre la sua infanzia nel Basso Varesotto, dapprima a Saronno e poi, durante l'occupazione tedesca, a Lomazzo, mentre il padre si rifugia in Svizzera. Il padre Luigi è impiegato alla Banc Rasini, della quale, nel 1957, divenne procuratore generale; la madre Rosa Bossi è casalinga e in precedenza aveva lavorato come segretaria alla Pirelli. Oltre a Silvio, dal loro matrimonio nacquero Maria Antonietta e Paolo. 


Cresciuto nel quartiere Isola, in via Volturno, al numero 34, nel 1954 consegue la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano. Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano dove, nel 1961, si laurea con 110/110 e lode, discutendo una tesi in diritto commerciale. Dopo la laurea, fu dispensato dal servizio militare. È un ragazzo vivace Berlusconi che studia con furbizia e ama cantare. È un ragazzo volenteroso che per aiutare la propria famiglia sperimenta più di venti lavori differenti, dal contadino al cameriere. Un ragazzo, come amava definirsi lui, partito da zero.


In seguito la sua vita è caratterizzata da molte ascese, tante vittorie e qualche delusione. Dei pilastri man mano compongono la vita di questo protagonista della storia italiana. Lo sport con il Milan, la politica con Forza Italia, l’imprenditoria con Fininvest (oggi Mediaset) ma anche l’edilizia grazie alla costruzione del quartiere Milano Due. Tanti traguardi raggiunti senza mai trascurare il pilastro più importante delle sue giornate, la famiglia. Ma partiamo con ordine!


Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Poss, inizia l'attività di agente immobiliare e, nel 1961, fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Ha un’intuizione fondamentale. Canali infatti costruiva case che degli immobiliaristi gli davano in appalto ma non aveva mai provato a costruirle in proprio per venderle con un guadagno maggiore. Allora Berlusconi inizia a occuparsi di un progetto che a Canali piace, diventando così suo socio e iniziando la sua carriera imprenditoriale. Raggiungerà l’apice in campo edilizio con la costruzione del quartiere residenziale Milano Due a Segrate negli anni ’70. Dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia, allarga il proprio raggio d'affari anche al settore della comunicazione e dei medie. Nel 1975 costituisce la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Comunications, rimanendo figura simbolo della sua famiglia. Per gli italiani nasce un’alternativa di informazione alla Rai, una televisione privata. Verrà conosciuto, perciò, anche come “il Cavaliere”, avendo ricevuto nel 1977 l'ordine al merito del lavoro, al quale rinuncia a seguito di una condanna penale nel 2014.  


Nell'ottobre 1993 entra in politica e nel gennaio del 1994 fonda Forza Italia, partito politico di c, nel 2008 confluito ne il popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013. Le sue politiche segnano la vita pubblica italiana dalla metà degli anni novanta in poi con un atteggiamento tipico che è stato definito berlusconiano, ampiamente sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando fortemente anche nella cultura di massa e nell'immaginario collettivo italiano ed estero, ma suscitando anche un duro antiberlusconiano da parte degli oppositori, che ne hanno più volte sottolineato il conf di interessi, accusandolo di emanazione di leggi ad personam. È inoltre annoverato internazionalmente come il primo populista d'Europa nella politica dell'età moderna. . È stato il presidente del consiglio più longevo dell’Italia repubblicana, premiato per ben 4 volte dagli italiani con 3339 giorni a palazzo Chigi, primeggiando su Andreotti, De Gasperi e Aldo Moro. Il suo primo mandato durò dall’ 11 gennaio 1994 al 17 gennaio 1995, il secondo dall’ 11 giugno 2001 al 23 aprile 2005, il terzo dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006 fino ad arrivare all’ultimo mandato che termina il 16 novembre 2011. Divenne poi presidente del consiglio europeo e senatore.



Nel frattempo Berlusconi si spende anche nel campo calcistico. È il 10 febbraio 1986. Silvio Berlusconi firma e diventa ufficialmente il proprietario del Milan. L’ultimo recente traguardo infine, il Cavaliere diventa proprietario del Monza. È il 25 settembre 2018



E poi l’ultima corsa. Il 27 marzo 2023 viene ricoverato per tre giorni all'ospedale San Raffaele, dopo aver accusato dolori. Il 5 aprile 2023, ritornato nell'ospedale milanese, gli viene diagnosticata una polmonite sorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica da cui era affetto; viene dimesso dopo quarantacinque giorni, di cui dodici in terapia intensiva, il 19 maggio. Il 9 giugno 2023 viene ricoverato nuovamente al San Raffaele per una serie di controlli legati alla patologia; il quadro clinico, tuttavia, si aggrava nei giorni successivi e nella mattinata del 12 giugno ne viene annunciata la morte.


Si è parlato molto in questa ultima settimana di lui, si proprio lui, Silvio Berlusconi. Si è parlato della sua capacità di rivendicare la guida dell’Italia moderata portandola gradualmente sempre più a destra. Si è parlato del fatto che fece dell’Italia un’impresa, la sua impresa. Fondatore, nel campo dell’edilizia, di Milano due; rifondatore del Milan con 8 scudetti e 5 Champions; e poi il Monza portato dalla serie C alla serie A. Fondatore del partito di Forza Italia e di Fininvest, oggi Mediaset. Si è parlato del più grande network radiotelevisivo privato d’Italia. e poi della sua voglia di trasportare in Europa quanto fatto nel Bel Paese, costruendo una nuova alleanza popolar-conservatrice che archivi la lunga stagione del centrosinistra continentale, basata sull’alleanza tra popolari e social-democratici con l’aggiunta dei liberali. Si è parlato di un grande statista, di spirito, che sfiorò il capolavoro con Russia e America. 


Certamente è anche molto conosciuto per processi e assoluzioni, una serie infinita dal primo avviso di garanzia nel 1994 alle ripetute accuse di corruzione. una sola condanna per evasione. parliamo di ben 40 procedimenti. colpe o persecuzione giudiziaria? forse processi politici? Forse non lo sapremo mai.


Condottiero di imprese impossibili, ma non solo. Un padre, un nonno, un marito, un leader, un uomo, un figlio, un imprenditore. Straordinario per tutti perché fuori dall’ordinario. Rivoluziona tutto ciò che gli si presenta davanti, amando l’Italia senza mai pretendere di cambiare gli italiani. Vedeva il bello in qualunque, una bellezza sempre capace di lasciargli qualcosa di grande e colorato. 


Un personaggio che piaceva e divideva. Uomo di tempra energica che vanta meriti storici per l’Italia.


Chi è oggi per noi il Cavaliere? Cosa può insegnarci?


Come una figura che ha segnato un’era come la sua possa, anzi debba, ancora ispirare i giovani su tematiche quali il lavoro, la scuola e il gustarsi la gioia del quotidiano? Questa oggi è la mia domanda.


Innanzitutto ritengo che debba ispirare sia i giovani di destra che non. Berlusconi aveva tante aspettative sui giovani, di qualunque tessera di partito. Voleva che i giovani avessero un contatto diretto con la realtà che rappresentavano e che interagissero immediatamente con essa. Voleva dunque ridurre gli studi superiori a 4 anni cosi come le facoltà universitarie. Io sono pienamente d’accordo perché credo veramente che il cuore di una società siamo noi giovani, i nostri sogni e le nostre speranze. Questo lui lo aveva capito e fece il possibile perché diventasse più facile per un ragazzo anche entrare in un’azienda. Tuttavia oggi vorrei sottolineare l’aspetto umano di questo protagonista, soffermandomi su come Berlusconi abbia affrontato tutte le sfide della sua vita.


Oggi si parla del Berlusconi imprenditore, del Berlusconi politico… come se fossero personalità differenti. Fa quasi rabbrividire, invece, che parliamo della stessa persona, una sola, in tutte le sue sfaccettature. È questo il mistero che voglio scoprire oggi insieme a voi, citando tutte le caratteristiche di cui, a parer mio, noi giovani dobbiamo fare tesoro.


Carpe diem, quam minimum credula postero

Indubbiamente dall’esistenza effervescente di Silvio Berlusconi ricaviamo molte caratteristiche personali quali:


La passione da combattente: un fuoco che doveva seguire a tutti i costi, un ardore che diventava il suo stile di vita. Oggi forse in tanti hanno perso la passione di trovare un senso in ciò che si fa, la passione per la curiosità e per tutto ciò che è il sapere. Dalla sua passione vorrei imparare che l’essenziale non è svolgere il proprio dovere ma svolgerlo con amore, un amore che trova un senso anche ai momenti di difficoltà, permettendoti di appassionarti sempre di più. Silvio Berlusconi ci insegna sicuramente questo, a non arrenderci ma a crederci fino in fondo se sentiamo un fuoco, una forza che ci spinge da dentro.


La capacità e la volontà di sognare, pur rimanendo concreti: questa penso sia la caratteristica che più amo di questo protagonista. L’essere un sognatore ma un sognatore concreto che sapeva da dove partire ma anche dove voleva terminare. Amava l’inizio di tutto, il sogno, ma anche tutte le fatiche successive per arrivare al traguardo. Puntava in alto, non si accontentava ma prima di arrivare alla realizzazione del suo progetto puntava su obbiettivi più concreti. La politica è concretezza ma è soprattutto sogno, un sogno capace di ispirare più generazioni. Ha perseguito il sogno di una città nuova, a passo d’uomo. Ha perseguito il sogno di un centro destra e in seguito ha fondato il bipolarismo. Ha perseguito il sogno dello spettacolo e del trionfo di una squadra. Il sogno oggi è ancora qui nella sua irrazionalità ma anche nella sua immensa potenza creatrice!


Il carisma intramontabile e un unico stile comunicativo: un uomo travolgente che anche nella difficoltà portava un sorriso. Lo stesso sorriso che vorrei portare anche nella competizione liceale che oggi affossa molti miei coetanei. Un carisma che deve alimentare il merito ma anche le sconfitte. Berlusconi rideva degli insulti e faceva tesoro delle sconfitte. Oggi il mondo corre e anche noi giovani abbiamo voglia di correre e penso che in questa corsa lui ci insegni anche questo. Ci sapeva fare, è innegabile; utilizzava un linguaggio comune e semplice proprio perché voleva arrivare nei cuori di tutti, voleva essere compreso da tutti. Parliamo di un grande comunicatore che è entrato nella storia ancora prima di morire


La perseveranza e la voglia di non arrendersi: tante volte hanno provato a buttarlo giù, ma lui non ne aveva voglia, non si arrendeva ma anzi si rialzava più forte di prima. Una perseveranza, una tenacia instancabile che oggi a tutti noi serve più che mai.

Il coraggio: era un grande uomo di Stato perché sapeva percepire il polso della vita pubblica, sentirne il battito sempre. Ne sentiva il respiro, il respiro della democrazia. Era parte di tutto, non era solo di parte. Non metteva distanze tra lui e gli italiani. Il sentimento del “Noi” lo faceva una persona di stato come la passione civile. Anteponeva sempre l’interesse dei cittadini al suo consenso e questo sì, è segno di grande coraggio. Lo stesso coraggio che infondeva nelle persone, un dono raro, spingendole ad affrontare con lui sfide difficili. Proprio per questo forse la sua leadership ha lasciato un’impronta duratura in tutti noi.


La generosità: che non conosceva vendetta. Sapeva dare sostegno nel momento del bisogno ed era sempre attento a tutti. Al paese, alla famiglia, ai dipendenti. Una qualità bellissima quella di avere piacere nel relazionarsi con gli altri, saperlo fare ma anche di aiutare il prossimo. Non oscurava nessuno ma si nutriva della luce e degli sguardi altrui, valorizzandoli.


La dignità e umiltà: camminava sempre a testa alta e nonostante il suo immenso patrimonio rimaneva una persona umile che riconosceva i suoi meriti ma non si considerava superiore a nessuno.


L’umorismo e l’empatia: entrava in sintonia con tutti e voleva essere amato da tutti. Lui era lo spettacolo e voleva portarlo nelle case degli italiani attraverso la televisione ma anche la politica. Proprio per questo le sue battute rimarranno nella storia. Penso che oggi di questo ci sia un grande bisogno, di ridere e scherzare senza dimenticare di capire il prossimo e di entrare in dialogo con lui per imparare sempre qualcosa di nuovo.


Una forte ambizione che non si accontenta anche appoggiando qualcosa di minoritario. Parte da zero e si trova in contrapposizione ai grandi partiti dell’epoca. Qui mi ci rivedo perché quando mi iscrissi a FdI quest’ultimo era un partito dell’opposizione in una posizione sicuramente più scomoda di quella attuale. Ma per me era un dettaglio quasi insignificante, proprio come lo fu per lui ai tempi. Berlusconi ha sempre voluto comunicare questo ai giovani, di essere ambiziosi, di non accontentarsi ma di sacrificarsi anche partendo svantaggiati.


L’impegno costante: dormire meno e concentrare ogni sforzo per il raggiungimento dell’obbiettivo. Questo era il suo segreto. Un impegno, una fatica che oggi si tende a sottovalutare proprio come la soddisfazione finale.


L’inesistente paura nel difendere le sue convinzioni.


Ma anche tante caratteristiche e ideali politici che da sempre si schierano contro il pensiero unico, come:


La Famiglia tanto amata dal Presidente. Un valore inestimabile, legami irripetibili come quello per la sua mamma. Per il Presidente la famiglia rappresentava davvero il fulcro di una società, una componente sacra da non screditare attraverso pratiche abominevoli come quella dell’utero in affitto. Ma famiglia era anche tutto ciò che amava come la sua Milano, il suo Milan e tutti i suoi dipendenti.




La pace internazionale e la coltivazione di buoni rapporti in politica estera. Promosse tante lotte contro il terrorismo e la crisi finanziaria globale. Era capace di amalgamare le diverse componenti mondiali. Atlantista, europeista, garantista. Seppe applicare vera flessibilità, caratteristica tipica dei leader autentici.




Una politica liberale: politica aperta a tutti, politica che parte dal basso e che si oppone al radicarsi di un pensiero unico che oggi governa in tanti licei italiani, soprattutto milanesi. Una politica che favorisce il dialogo. Infatti, se c’è una cosa che non sopporto è vedere come tanti miei coetanei finiscano prigionieri di un pensiero unico che li vuole tutti uguali, riducendoli alla banalità e distruggendo i loro talenti. Schiavi di un’unica ideologia che non li valorizza ma li affossa.


Un cattolico che fece tanto per difendere i principi cristiani e favorì la tradizione cattolico-popolare. Riconosciuto come buon politico da diversi uomini di Chiesa come il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Davide Prosperi. Questo fatto mi tocca molto da vicino, facendo io parte, come tanti altri giovani, di Gioventù Studentesca.


La libertà in tutte le sue sfumature. Innanzitutto la libertà economica che Berlusconi rappresenta in prima persona. Ha costruito un impero industriale partendo dal nulla e ha dato lavoro a tantissime persone. La ricchezza bisogna crearla prima di tassarla, diceva. Poi libertà individuale, di fare e di competere, di lavorare. Liberta di espressione contro il monopolio della televisione unica.


L’ amore per la patria con Milano e Arcore. Un legame indissolubile con tracce indelebili. Amava tutto e tutti e per questo non li considerava come realtà da sondaggio. Penso che oggi sia necessario riscoprire chi siamo, non temere le nostre origini ma valorizzarle. Non saremo mai nulla se non prendiamo coscienza di chi siamo e di chi siamo stati. In tanti oggi pensano unicamente al futuro ma lui ci ha insegnato a partire dal presente e anche dal passato.


L’orgoglio, tanto, tanto orgoglio. Difendere i diritti, la casa, le pensioni. Lottare per una giustizia giusta che non si accanisca contro italiani innocenti e remare contro un fisco nemico. Tante riforme portate avanti con orgoglio perché fiero di ciò che stava facendo. Io penso che la passione senza orgoglio non sia completa perché è proprio l’orgoglio, che oggi si tende a valutare negativamente, la forza che nutre la passione e in questo lui può sicuramente aiutarci tanto.


E infine caratteristiche imprenditoriali che oggi faticano a venire a galla a causa di una situazione economica italiana precaria, come:

L’ innovazione e il cambiamento: tutto si può innovare, diceva, tutto si può migliorare. Lui ne è la dimostrazione vivente, la dimostrazione per noi che possiamo essere padroni del nostro destino, basta volerlo, perché le regole del gioco possono essere cambiate o meglio innovate proprio da noi.


La lungimiranza: ci ha mostrato un futuro luminoso, dandoci i mezzi per coltivarlo. La lungimiranza nel saper vedere e interpretare prima e meglio di altri alcuni grandi processi in corso gli ha consentito di esserne il protagonista, sia nell’imprenditoria che nella politica. Realismo, tempestività e spregiudicatezza gli permettevano di portare lo sguardo lontano ma di avere un cuore vicino. Step by step potremmo definire oggi il suo modo di agire.


Ancora il coraggio di buttarsi e osare: il saper trasformare tutto il male in situazioni positive e opportunità attraverso una dedizione instancabile e uno spirito vivente. Uno spirito che vorrei continuasse ad alimentare anche il nostro di coraggio, tutti i giorni. Sapete, questa è stata la prima cosa che ho pensato quando ho saputo della sua morte, la prima cosa che ho pensato ai suoi funerali e la prima cosa che ho pensato quando ho deciso di scrivere questo articolo. Il motivo, il segreto per il quale il Presidente debba vivere per sempre nei cuori di noi ragazzi.


Tutte cose che oggi, con un contesto economico e non solo instabile, possono aprire nuovi orizzonti e dare speranza. Perciò vorrei aggiungere dicendo che Silvio Berlusconi si è meritato il lutto nazionale.


C’è stato un prima e ci sarà un dopo Berlusconi e forse saremo proprio noi a scriverlo quel dopo e quel domani.


Io le ho viste le lacrime sui volti di tanta gente cadere e poi asciugarsi, e mi sento vivamente di dire che quelle lacrime non saranno vuote perché ci saremo noi a trasformarle in lacrime di gioia e commozione.


Era uno di noi, un filo rosso con qualche ombra, un perfezionista innovatore, dal gioco più amato alla politica più desiderata. Uno spettacolo nuovo da “Buona domenica” a “Ok il prezzo è giusto”, aperto a spazi di libertà. Era tutto questo. La sua non è un’eredità solo materiale ma è un’eredità soprattutto di valori che noi porteremo avanti. I tempi sono cambiati come le sfide. Amava la vita, coltivava il presente, l’istante e noi faremo lo stesso. Saremo all’altezza dei suoi sogni per un Italia più bella e più libera perché l’Italia è il paese che lui ha amato e che noi continueremo ad amare fino alla fine.


Ecco, questo, a parer mio, è ciò che Berlusconi lascia a noi giovani…una missione d’amore da portare avanti con il sole in tasca.


Grazie Presidente!


«Chi crede combatte, chi crede supera tutti gli ostacoli, chi ci crede vince», Silvio Berlusconi, 1994.

Amirah Risoli

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