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Caivano… una realtà tra camorra e degrado


L'accaduto


È proprio qui, alle porte di Napoli, nel Comune di Caivano, tra due complessi di case popolari e il famoso Parco Verde che si è consumato da poco uno stupro di massa. Parliamo di due bambine, due cuginette di 10 e 12 anni abusate in una ex piscina abbandonata al degrado. Qui, nella più grande piazza di spaccio d’Europa. Tra i colpevoli, accanto a un numero consistente di minorenni, figurerebbero due ragazzi di 18 e 19 anni, entrambi ancora liberi.


Dopo l’accaduto sono in tanti ad avere paura. La mamma di una delle due ragazzine scrive a Giorgia Meloni chiedendole di portarli via dall’inferno di quel quartiere. La donna infatti afferma che in quelle periferie non esistono solamente droga, criminalità e camorra ma anche violenza, pedofilia e prostituzione.


Ma il Premier viene contattato anche dal parroco del quartiere, Don Patriciello, il quale mette luce su una terribile realtà abbandonata a sé stessa dove non solo non c’è spazio per il lavoro onesto ma nemmeno i bambini possono respirare aria pulita. È proprio in seguito a questo incontro che viene pensato un decreto per aiutare non solo Caivano ma tante periferie del nostro Paese, eh sì, questo perché purtroppo in molte zone degradate d’Italia, quali, ad esempio, Tor Bella Monaca a Roma o i Quartieri Spagnoli nella città di Napoli, si registra un aumento della criminalità minorile.


Un intervento immediato da parte del Governo sono stati i blitz, mosse rapide ed efficaci che segnano l’inizio di un cambiamento. Cambiamento necessario, a parer mio, anche in realtà più prossime a me come diversi quartieri della mia città, Milano.


Milano


Eh sì, purtroppo baby gang, spacciatori, stupratori e borseggiatrici operano anche nell’iconico capoluogo lombardo. Tutti i giorni si possono “ammirare” giovani ragazze rom che sulle metropolitane strappano borse o ne rubano il contenuto, ma anche le baby gang si incontrano quotidianamente, in particolar modo di sera, quando la paura sale; fanno branco, ti accerchiano fino a farti sentire solo. Il dato allarmante di Milano è che non si limitano unicamente a esercitare la propria supremazia nelle periferie, ma che, al contrario, operano sempre di più in zone centrali quali piazza Duomo e i Navigli.


Un blitz servirebbe invece a ripulire numerose zone nell’hinterland sud-ovest di Milano e parliamo di Buccinasco, Trezzano sul Naviglio e Corsico, divenute ormai roccaforti di ‘ndrangheta e di Cosa Nostra. Insomma, le abbiamo tutte… mafia che si diffonde nel quartiere degradato di Quarto Oggiaro, baby gang che operano in Corso Como, droghe sempre più presenti sui Navigli e stupri in Stazione Centrale.


La Milano della moda, la Milano imprenditrice, quella Milano innovatrice che però rende omaggio alla sua storia è sempre più oscurata da fatti di cronaca, ma soprattutto dalla paura e dall’angoscia di ciascuno di noi. Io ritengo per questo che un’emergenza sia davvero in corso, almeno nella mia città dove ho potuto e continuo ad osservare criminalità e degrado dilaganti. 

Cosa ne penso 


Il Governo ha dato chiare risposte, risposte coraggiose che la sinistra non ha mai saputo dare. Il Premier ha garantito interventi rapidi a differenza delle tante vuote polemiche sentite e risentite della sinistra. Lo Stato c’è e lo si vede attraverso i blitz. Napoli con i Quartieri Spagnoli, Roma con Tor Bella Monaca, Caivano.


Qualcosa sta cambiando. Io ritengo che il nostro Paese stia affrontando un’emergenza che molti sottovalutano, perché il fatto che un ragazzino minorenne abbia in mano una pistola è segno non solo di un fallimento culturale ma soprattutto educativo e morale. Io penso che in questo momento i giovani abbiano bisogno di un segnale forte che sottolinei non solo la gravità delle loro azioni, ma in particolare le conseguenze di queste ultime.


Serve una risposta immediata che solo il Governo può dare per arginare quest’emergenza, ossia l’inasprimento delle pene. È ovviamente necessario lavorare anche sulla prevenzione a lungo termine, combattendo il degrado dilagante nelle periferie delle nostre città e dunque costruendo scuole, parchi, luoghi dove praticare sport ma soprattutto opportunità di lavoro serie e pulite per i cittadini che abitano in quartieri abbandonati come Caivano.


Mi trovo dunque in totale accordo con il nuovo decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 settembre 2023 che riporta misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla criminalità minorile e alla povertà educativa. Sono così stati inseriti, a mio parere, dei tasselli fondamentali nel nostro ordinamento giuridico quali misure sul processo penale a carico di imputati minorenni e istituti penali per minorenni, misure di contrasto alle baby gang e ammonimento. Ritengo giusto, infatti, che dei ragazzi che utilizzano il telefonino per filmare e in seguito pubblicare sui social video di rapine o stupri, non debbano più possedere tale dispositivo, come ritengo corretto che vadano puniti i genitori che negano al figlio un’educazione scolastica.


Oltre a ciò, sono state introdotte norme per la riqualificazione di Caivano, solo l’inizio del risanamento delle periferie italiane così da favorirne lo sviluppo sociale ed economico. Ritengo che il problema sia si culturale, ma anche di responsabilità personale. Questa è una consapevolezza importante, forse oggi sottovalutata da molti ragazzi… la responsabilità di aver sbagliato, quella di riconoscerlo per poi ricominciare. Perché vivere non è sopravvivere, questa è a parer mio la battaglia culturale più importante che bisogna combattere contro il disinteressamento dei giovani di oggi che li porta spesso ad aggrapparsi a tali azioni. Probabilmente non si potrà sempre impedire che avvenga un atto così orrendo come uno stupro ma si può, adesso, far vivere meglio questi ragazzi, non facendoli sentire soffocati da un destino che per loro può e deve ancora cambiare. E come? Permettendo loro di coltivare passioni perché sono i desideri, le passioni e gli obbiettivi, solo questi, che li possono salvare attraverso luoghi sicuri e non abbandonati al degrado come scuole con maggiori spazi, parchi, asili e centri sportivi.


Cosa possiamo fare noi giovani?


Cos’è la legalità per molti ragazzi come me? Che significato assume questa parola? Forse per tanti è solo una favola ed è qui l’errore, nel non crederci ma soprattutto nel non fornire gli strumenti o gli spazi adeguati per crederci. Beh io ci credo, si ci credo davvero… ma forse per me è troppo facile parlare. Io credo nella speranza di un mondo più giusto, più reale che ci rispecchi di più.


Noi possiamo dire di no, sempre, in ogni istante possiamo negare la conferma a una realtà che non ci appartiene, alla quale non siamo obbligati a obbedire, mai. La libertà di giudizio, la libertà ma soprattutto la capacità di distinguere il bene dal male e ancor di più in un secondo momento la forza per non commetterlo è ciò che ci può contraddistinguere, è la chiave con la quale noi, la nostra generazione, può fare la differenza. Non lasciamoci rubare il futuro. Mai. Questo perché la mafia, la droga o il degrado non possono essere contrastati solo dalle forze dell’ordine ma è la cultura, il nostro pensiero che si deve opporre a questo destino non scritto. E in questo l’istruzione è fondamentale, bisogna che i miei coetanei sappiano di più! Non basta conoscere due storielle, bisogna comprendere i movimenti di questo mondo parallelo al nostro. Devono trovarci pronti. Sempre. Pronti perché siamo coscienti di cosa stiamo parlando e abbiamo preso una scelta, quella di dire di no. È questa l’istruzione necessaria, che ci deve e ci dovrà essere sempre così da dare un senso alle scelte, alle nostre scelte, questo è l’importante!


Ecco cosa possiamo fare…farci sentire.


Alla criminalità organizzata dobbiamo contrapporre la gioventù organizzata


Amirah Risoli

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