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CasaPound: il Blocco Studentesco non può manifestare, lettera aperta del portavoce Luca Marsella

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Il divieto al corteo del Blocco Studentesco a Milano


La questura di Milano ha vietato un corteo del Blocco Studentesco, l'organizzazione giovanile di CasaPound, in programma per sabato 30 novembre. Le motivazioni? “L’iniziativa così come preavvisata da Blocco Studentesco è suscettibile di infiammare ulteriormente un clima di contrapposizione politica già di per sé particolarmente acceso con prevedibili risvolti negativi sulla gestione dell’ordine pubblico”. Nella sua nota, il Blocco Studentesco ha colto il cuore della questione: "Ci state forse dicendo che le forze dell’ordine e le città devono essere ostaggio degli antifascisti mentre le strade appannaggio esclusivo della sinistra? Ci volete far credere che la seconda città d’Italia non è in grado di gestire un normale novembre studentesco?”


Vietare di manifestare è un attentato al futuro dell'Italia


La libertà di espressione, ma, soprattutto, la facoltà di manifestare il proprio dissenso non può valere solo a senso unico. Il Presente si schiera al fianco dei ragazzi del Blocco Studentesco e di ogni realtà militante a cui è, o sarà, vietato di scendere in piazza, a prescindere dai propri valori, nel rispetto della decenza.


La politica si fa prima in piazza e nelle strade, poi con i libri, gli articoli e la formazione e, solo in fine, da eletti. Negare, con ragioni che non reggono, la possibilità di manifestare a chi nel 2024, nel pieno del tramonto degli ideali, ha ancora il coraggio di farlo è un attentato al futuro dell'Italia.

Matteo Respinti


Pubblichiamo la lettera aperta di Luca Marsella, portavoce di CasaPound Italia, ad Adriano Scianca, direttore de Il Primato Nazionale, sul divieto al corteo del Blocco Studentesco

Il corteo del Blocco Studentesco: libertà di espressione negata?



Egregio Direttore, le scrivo in merito al corteo del nostro movimento giovanile, il Blocco Studentesco, regolarmente preavvisato agli organi competenti e programmato per il 30 novembre a Milano. Il corteo è stato vietato e ci sono state notificate prescrizioni dal Questore, con motivazioni paradossali che ledono profondamente la libertà di espressione e il diritto di manifestare. In particolare, la possibilità che centri sociali, anarchici e altre realtà antagoniste organizzino contro-manifestazioni non autorizzate, con rischio di disordini, non può costituire un impedimento per un qualsiasi movimento politico di scendere in piazza.


CasaPound: vent'anni di politica alla luce del sole


Il nostro movimento, CasaPound, esiste da oltre 20 anni e conta migliaia di iscritti su tutto il territorio nazionale. Opera alla luce del sole, promuovendo attività politiche, culturali e di solidarietà. Tra i nostri membri ci sono lavoratori, studenti, madri, padri, disoccupati e precari che, fino a prova contraria, hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino.


Non risultano procedimenti per lo scioglimento o la messa al bando del movimento, che non viola alcuna legge vigente. CasaPound, infatti, si è regolarmente presentata a competizioni elettorali di ogni livello. Se si ritiene che il movimento debba essere sciolto, questa decisione non può essere imposta da una parte politica che nega la nostra esistenza. Diversamente, si tratterebbe di un ricatto politico.


Un ricatto istituzionale?


Il divieto del corteo fa riferimento a eventi accaduti ben 18 anni fa. Nel 2006, durante una manifestazione della Fiamma Tricolore, centri sociali provocarono disordini a Milano, danneggiando auto e proprietà private. Tuttavia, quella manifestazione si svolse senza problemi da parte dei partecipanti. È assurdo utilizzare eventi così lontani nel tempo per giustificare un divieto odierno. Questo metodo rasenta pratiche mafiose, e come uomini liberi, non possiamo né approvarlo né tollerarlo.


Un pericoloso precedente per la libertà


Questo divieto rappresenta un precedente pericoloso: oggi colpisce CasaPound, ma in futuro potrebbe essere usato contro qualsiasi movimento o partito non allineato al pensiero dominante. La base del divieto risiede in quanto accaduto a Bologna il 9 novembre, quando ci sono state tensioni durante un comizio. Tuttavia, le vere domande da porsi sono: perché sono state autorizzate tre altre manifestazioni vicine al percorso del nostro corteo, già preavvisato? Perché i centri sociali sono stati fermati da pochi agenti mentre il nostro movimento era circondato?


Solo grazie al nostro senso di responsabilità si è evitato il peggio a Bologna. Ma negare il diritto di manifestare rischia di riportare il paese a tensioni di piazza e scontri politici, con conseguenze tragiche, come già accaduto nella storia recente dell’Italia. Per questo, lanciamo un appello affinché il corteo del Blocco Studentesco a Milano sia consentito.


Un appello alla giustizia e alla libertà


Invitiamo giornalisti, intellettuali, politici e rappresentanti istituzionali a prendere una posizione. Difendere il nostro diritto di manifestare non significa condividere le nostre idee, ma sostenere i principi di giustizia e libertà. Non è solo la nostra libertà a essere in gioco, ma quella di tutti.


Sia chiaro: non vogliamo soffiare sul fuoco né essere strumentalizzati. Sentiamo la responsabilità verso i tanti giovani che rappresentiamo. Tuttavia, non permetteremo che la nostra dignità venga calpestata. La libertà è un dovere che intendiamo onorare a ogni costo.


Luca Marsella, CasaPound


I titoli sono stati aggiunti dalla nostra Redazione A cura di Respinti potresti voler leggere: Razzia dei razzisti (di Giovanni Papini)


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