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Clemente Solaro della Margarita: all'estrema destra del Risorgimento

La storia politica del Risorgimento è ancora poco conosciuta e io personalmente l'avevo sempre abbastanza schifata. La narrazione scolastica è tipo: ci sono Cavour e Garibaldi uniti per combattere i cattivi, cioè Asburgo e Papato.

 

Una visione anche comoda, i socialisti e i radicali potevano vedere il loro antesignano nel generale nizzardo, i liberali nello statista piemontese. In sintesi: l'Italia ha una storia liberale, radicale e socialista, tutte le altre posizioni politiche non fanno parte della Storia d'Italia e come tali non hanno legittimità, sono delle parentesi che vanno eliminate e private di qualsiasi valore e dignità, storica e politica.

 

Io stesso, come dicevo, mi immaginavo la politica dell'epoca come una sorta di grande congresso in cui si confrontavano gli equivalenti ottocenteschi di Più Europa e Italia Viva con il progetto comune di fare un'Italia laica e liberale, l'unica differenza poteva essere se farla monarchica costituzionale o repubblicana, ma il dibattito, pensavo, si esauriva lì. 



Mi sono reso conto però che la realtà storica è un attimo più complessa e che anche in quella fase sono esistiti personaggi estremamente interessanti. Uno di questi è il Conte Clemente Solaro della Margarita. Storico ministro degli Esteri del Regno di Sardegna, si era schierato a fianco di ogni governo che si opponesse al liberalismo e al progressismo, dai Carlisti spagnoli al Sonderbund svizzero, guadagnandosi l'appellativo di ministro "austroclericale" per via della sua vicinanza a Vienna e Roma.

 

Con la Rivoluzione Costituzionale del 1848 è ovviamente uno dei primi ad essere defenestrato. Il Piemonte di Carlo Alberto si scopre liberale ed elimina tutti gli esponenti del vecchio regime, di cui Solaro era il principale. La sua carriera politica sembrava così essere giunta al termine.

 

Il nuovo parlamento subalpino è dominato da due partiti: I Liberali Moderati di Cavour e i Liberali Democratici di Rattazzi. Questa dicotomia tra liberali viene superata nel dicembre del 1851, con il Connubio Rattazzi-Cavour: i due leader si accordano per escludere le ali più estreme dei loro partiti e creare un governo di large intese che riformi profondamente il Piemonte, trasformando uno stato conservatore e legato al binomio "Trono e Altare" in uno stato laico e liberale.

 

La politica di Cavour era fortemente espansionistica e per attuarla aveva bisogno di denaro, da qui la decisione di inaugurare una politica anticlericale per requisire i possessi della Chiesa, sopprimendo conventi e corporazioni religiose per incamerarne i beni, creando tensioni con il Papa e in generale con i cattolici.

 

È in questo clima che la figura del conte Solaro si riaffaccia sullo scenario politico, in un contesto completamente mutato rispetto a quello in cui aveva svolto precedentemente la sua attività politica. Ora Cavour spadroneggiava, sostenuto da quasi la totalità della Camera, le uniche opposizioni erano uno sparuto gruppo di conservatori a destra e i radicali a sinistra, che però prontamente votavano in favore del Ministero (come allora si chiamava il governo), ogni volta che ce ne fosse bisogno, soprattutto in ottica anticlericale.

 

In questo contesto, nel febbraio del 1854 il Conte si candida alle elezioni supplettive di San Quirico, collegio dell'entroterra genovese, uscendone vincitore. La notizia non ha grandissima risonanza sui giornali dell'epoca: si tratta di un singolo seggio a fronte di 204 seggi totali, leggendo i resoconti elettorali si parla esplicitamente di Solaro che prende posto «all'estrema destra dell'aula, dove niuno o pochi lo seguono». Si noti che per la prima volta nella storia della politica italiana si parla di "estrema destra" come luogo politico.


Da lì Solaro inizia una sorda ma continua battaglia contro Cavour: Cavour con lo Statuto parla di democrazia parlamentare e di potere che arriva dal basso? Solaro provocatoriamente straccia la lettera con cui veniva proclamato deputato e si reca dal Re Vittorio Emanuele in persona, chiedendo il permesso di accettare la nomina. Il potere per lui veniva solo da Dio, e il Re ne era l'unico tramite.

 

Cavour parla di libera Chiesa in libero Stato? Lui consacra il proprio collegio elettorale a Maria Vergine, perché nessun potere politico può essere scisso dalla Grazia Divina.

 

E poi scrive, tantissimo, su ogni cosa... dozzine di pamphlet che fa distribuire nel suo collegio e poi nel resto del Regno... qualsiasi proposta del Governo deve avere un contraltare che ne evidenzi limiti e punti critici. Una guerra di carta tra Solaro e il resto del Parlamento che procede con toni durissimi.

 

Si avvicinano intanto le nuove elezioni, nel dicembre del 1857, e il Conte Solaro comincia a tessere una sottile trama alle spalle di Cavour e Rattazzi. Sa che c'è un malcontento fortissimo ma che non ha sfogo politico e incomincia a contattare e a mettere in relazione tutti coloro che avevano motivo per opporsi al nuovo corso: la vecchia aristocrazia piemontese e sarda, la Savoia, che forniva i quadri dell'esercito per una guerra che non voleva, essendo contraria a confluire in uno stato nazionale italiano e volendo invece preservare la propria identità; anche alcuni liberali, che però si erano trovati spiazzati e traditi dalla spregiudicatezza con cui Camillo Benso aveva raggiunto il potere, e da ultimo il mondo cattolico, vessato dalle politiche cavouriane.

 

In questo senso è fondamentale l'opera di Giacomo Margotti, sacerdote e giornalista che con il suo giornale l'Armonia costituirà a lungo l'unica voce discordante e anti governativa e che sotto elezioni diffonderà nel Regno i nomi dei candidati della Destra conservatrice e cattolica di Solaro.

 

Arriviamo quindi alle elezioni del dicembre del 1857: il day after supponiamo non sia stato dei più facili per il governo Cavour. A grande sorpresa, i candidati dell'estrema destra hanno un boom insospettato, anche per lo stesso Solaro che non immaginava un risultato così favorevole: su 204 collegi, 81 eleggono candidati della Destra Conservatrice, 69 del Centro Liberale di Cavour e Rattazzi e 43 della Sinistra Radicale di Depretis. Oltre a questi, completano il quadro 11 Liberali Indipendenti, in rotta con Cavour per via delle sue politiche anticlericali.

 

Una debacle per il Presidente del consiglio, che nel Parlamento uscente poteva contare su una maggioranza di 179 deputati schierati in favore del Governo.

 

La reazione dello stato liberale non si fa attendere: Cavour scrive lettere di fuoco al Ministro degli Interni Rattazzi per "non essersi interessato a sufficienza"(ovvero non aveva agito abbastanza per aggiustare i risultati elettorali, tramite circolari e minacce più o meno velate) in seguito alle quali vengono aperte inchieste che portano all'annullamento dell'elezione di 8 deputati di Destra. Altri 12 si trovano sospesi in attesa di una sentenza di conferma che non arriverà mai.

 

Complice, oltre agli annullamenti, anche l'elezione dei candidati in più collegi, si rese necessario un sostanzioso turno di elezioni supplettive dove i Liberali tirarono fuori tutte le armi, lecite o meno. Il conte Vincenzo Ferrero di Ponziglione, candidato della Destra, scrisse un interessante opuscolo, curiosamente disponibile su Google Books, intitolato "Le Mene Elettorali", dove racconta in breve tutti gli episodi che caratterizzarono quelle elezioni: interventi dei Carabinieri, urne seqestrate, voti annullati con pretesti fantasiosi, liste elettorali sparite e candidati giudicati ineleggibili per vizi di forma e poche ore dal voto.

 

A questo si unisce l'azione politica di Cavour che, da un lato, con promesse e incarichi governativi assottiglia la pattuglia di eletti della Destra ingrossando le fila dei propri sostenitori e dall'altro stringe accordi con la Sinistra, arrivando a inserire nel suo Governo persino alcuni repubblicani.

In questo modo riesce a radunare forzatamente una nuova maggioranza con cui governare.

 

Come si conclude quindi la parabola politica del Conte Solaro? Non benissimo, si potrebbe dire. Per tutto il 1858 contrasta duramente Cavour e cerca di frenarne le politiche, anche con successo, ma alla fine lo scoppio della Seconda Guerra d'Indipendenza ne limita molto il potere: il Parlamento non viene più convocato e i giornali di opposizione sono chiusi.

 

Nel 1860 ci saranno nuove elezioni, ma questa volta Cavour si fa trovare preparato: la Savoia, che nella precedente tornata su 24 deputati ne aveva eletti 22 di estrema destra, viene ceduta alla Francia, il collegio stesso che aveva eletto Solaro in Liguria viene punito, cancellato e smembrato tra i collegi vicini. Le liste elettorali vengono pesantemente rimaneggiate escludendo gli elettori considerati reazionari e clericali (infatti il numero di elettori dal 1857 al 1860 viene quasi dimezzato). Cavour e la Sinistra, ora guidata da Garibaldi, ottengono un successo pressochè totale e possono continuare la loro opera senza più rivali in Parlamento.

 

Solaro non si arrende, continua a scrivere e a costituire una spina nel fianco per il Governo. Nel 1861 si candida alle elezioni del primo Parlamento italiano, ma manca l'elezione per pochi voti e, infine, nel novembre del 1869, ormai anziano e malato, si spegne. La destra clericale continuerà ad avere una rappresentanza molto limitata nel Parlamento italiano fino al 1870, quando i rimanenti deputati cattolici si dimettono come protesta contro la presa di Roma.

 

Come conclusione riporterò il contenuto di uno degli scritti denigratori fatti circolare dal Governo nel 1859 in forma anonima, dove erano raccolte biografie calunniose dei parlamentari "clericali":

 

«Quest'uomo personifica tutta l'estrema destra: ultraconservatrice fino in senso reazionario, ultra religiosa, legata alla Corona ma che la scredita facendo odiosi raffronti con la corte di Napoli e di Vienna.»

 

Non è vero, quindi, che la storia d'Italia sia una storia esclusivamente liberale o socialista, esiste una destra cattolica, tradizionale e conservatrice in senso puro che ha sempre costituito l'essenza più identitaria del nostro Paese.

 

Andrea Campiglio

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