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Dugin e il Sole di Mezzanotte, è possibile salvare la Tradizione?

Negli ultimi anni, soprattutto con l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, il filosofo Alexandr Dugin ha fatto parlare molto di sé. Sostenitore di Putin dalle chiare connotazioni ideologiche antioccidentali, pensatore fortemente influenzato dalle opere di Evola e Guénon, Dugin è stato osannato da alcuni e attaccato da altri, meritandosi appellativi quali “il Rasputin di Putin” e “il filosofo più pericoloso d’Occidente”.


In questo articolo parlerò di uno dei cardini del pensiero di Dugin: il Soggetto Radicale.

Giorno sera e notte


Dugin divide la storia dell’umanità in tre ere che egli rappresenta con giorno, sera e notte. [1]

Il giorno è l’era della Tradizione (o premodernità), in quest’era vige il dominio della luce e della sacralità e tutte le cose hanno un ordine.

Dopo di esso giunge la sera metafora della modernità. Esattamente come la sera è il momento intermedio tra il tra giorno e notte, nel quale il sole poco a poco scompare, la modernità è l’era di passaggio tra l’era tradizionale e premoderna e quella postmoderna ed è caratterizzata dal graduale “tramonto” della Tradizione, della quale esistono però ancora dei residui come le famiglie, gli stati, gli uomini; durante la modernità l’umanità vive nel nostalgico ricordo della Tradizione.


In fine vi è la notte, rappresentazione dell’era postmoderna. Nella postmodernità i resti della Tradizione scompaiono, sostituiti dalla virtualità e dall’intelligenza artificiale, e l’uomo si tramuta in un post-uomo. La nostalgia, caratteristica della modernità, scompare; nessuno sente più la mancanza della Tradizione. La postmodernità è la negazione del giorno da parte della notte, la negazione della Tradizione.


Nella presentazione del libro sul Sole di Mezzanotte, Dugin cita la formula «niger nigra nigrum»[2] , espressione coniata dagli alchimisti e la cui traduzione è «nero più nero del nero». Con questa formula descrive la seconda negazione che avviene nel processo da lui descritto: se la postmodernità consiste nella negazione del giorno da parte della notte, la notte subisce una negazione da parte di qualcosa di più scuro della notte stessa, questo qualcosa è il Sole di Mezzanotte.


Il Sole di Mezzanotte non si manifesta durante il giorno ma brilla nascosto all’interno del sole diurno; quando però quest’ultimo, durante la sera, tramonta, il Sole di Mezzanotte sopravvive e raggiunge così la notte. Il sole diurno, concepibile razionalmente, può dunque esistere solo durante il giorno; mentre il Sole di Mezzanotte può essere concepito solo in una dimensione mitica e non nella sfera razionale, in quanto entità mitica, dunque, può essere concepito sia di giorno che all’interno delle tenebre.


Evola e la dissoluzione postmoderna del sesso


Il Sole di Mezzanotte è una figura che Dugin utilizza per descrivere metaforicamente ciò che lui pone al centro della sua filosofia: il Soggetto Radicale.


Cosa rappresenta questo concetto? Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire da un presupposto: la filosofia dughiniana è fortemente influenzata dalle opere di Evola. Quest’ultimo ha teorizzato la figura da cui Dugin trae ispirazione nel concepire il Soggetto Radicale, la figura dell’uomo differenziato, ossia un uomo appartenente alla Tradizione ma costretto a vivere nella postmodernità. Vive dunque in un ambiente ostile a lui: il sacro non esiste nella postmodernità e ogni legame con il cielo è stato sciolto perché l’umanità ha perso la memoria della Tradizione, l’uomo differenziato attorno a sé non può trovare alcun tipo di aiuto, tutto ciò che può fare e cercare il sacro nella propria interiorità.


Il passaggio dalla modernità alla postmodernità ha portato alla distruzione di ogni tipo di identità nazionale, religiosa, famigliare e anche sessuale. Come dice infatti Evola in Metafisica del sesso[3], il sesso non appartiene solo alla dimensione fisica ma anche e soprattutto a quella metafisica: la distinzione dei due sessi deriva da degli archetipi di uomini e donne, dei e dee. Per questo non si può sperare di fermare i movimenti progressisti che promuovono la “fluidità di genere” semplicemente evidenziando le differenze biologiche tra maschio e femmina, perché l’umanità ha perso la connessione con la dimensione metafisica del sesso. Ogni forma di identità deriva da una relazione con la trascendenza.

Secondo Dugin, in questo periodo storico stiamo vivendo il passaggio dalla modernità alla postmodernità e l’umanità sta giungendo ad un livello successivo di perdita di identità. Nella modernità l’uomo si libera dalla chiesa, dalla nazione, dallo stato e dalla famiglia; nella postmodernità si libera da sé stesso. L’uomo vuole mettersi alla prova immergendosi nella postmodernità rimanendo differenziato da essa, il Soggetto Radicale è questa prova.


L’immutabilità del Soggetto Radicale


Il Soggetto Radicale attraversa la premodernità, la modernità e la postmodernità rimanendo sempre uguale a sé stesso, ciò che cambia è la sua relazione con il mondo e con l’uomo. Nella premodernità il Soggetto Radicale si trova al centro del cerchio della società e dell’uomo; nella modernità si sposta dal centro alla periferia di tale cerchio, vive ai margini del mondo come un reietto; nella postmodernità abbandona l’uomo e la periferia, perde i propri attributi umani ma mentre gli esseri umani divengono post-uomini lui mantiene la sua integrità.


L’uovo di Guénon


Renè Guénon descrisse il processo storico che dalla Tradizione porta alla postmodernità rappresentando il mondo terreno come un uovo.


L’era tradizionale o premoderna è caratterizzata da un’apertura di quest’uovo verso l’alto: l’umanità interagisce direttamente con il cielo e con il mondo divino, in quest’era tutto è simbolo e non esistono le cose materiali. Durante l’era moderna l’uovo del mondo si chiude. Per Guénon i paradigmi moderni nascono in Occidente con l’avvento dell’illuminismo e del materialismo, e a caratterizzare la modernità e anche la volontà dell’occidente di imporre tali paradigmi al resto del mondo. Infine, è l’apertura dell’uovo verso il basso, che avviene durante la fine del XX secolo, a sancire l’inizio dell’era postmoderna. Quest’era è caratterizzata dall’invasione dell’uovo da parte di forze demoniache e dalla trasformazione dell’uomo in post-uomo.


Il Soggetto Radicale e Aristotele


Un concetto simile a quello del Soggetto Radicale lo si può trovare nel pensiero di Aristotele, nelle sue riflessioni sull’anima; per Aristotele l’anima è ciò che dà vita al corpo e a tutte le cose animate.


Delle funzioni che Aristotele riconosce all’anima quella intellettiva è la più importante, in quanto genera il pensiero e il processo conoscitivo. Processo a sua volta diviso in tre stadi: conoscenza sensibile, immaginazione, conoscenza intellettiva.


Per Aristotele esistono due tipi di intelletto: l’intelletto passivo (o nous pathetikos) e l’intelletto attivo (nous poietikos). l’intelletto passivo è un riflesso del mondo esterno, percepisce la realtà che lo circonda attraverso i sensi; mentre l’intelletto attivo genera sia la realtà esterna sia i sensi che la percepiscono. Dugin sostiene che il concetto aristotelico di intelletto attivo è associabile al Soggetto Radicale in quanto riconosce in quest’ultimo una potenza creatrice.


Come abbiamo visto precedentemente, Guénon illustra il processo umano di discesa dalla premodernità alla postmodernità come un progressivo allontanamento dal cielo e dal divino (l’uovo non è più aperto dall’alto) e un avvicinamento alla terra (l’uovo si apre dal basso), nella filosofia dughiniana il Sole di Mezzanotte è il cielo che entra nella terra ed è ciò che genera il cielo diurno. Il Sole di Mezzanotte è diverso sia dal giorno che dalla notte: è diverso dal giorno perché non coincide con esso ma ne è alla base, contiene il sole diurno dentro di sé allo stato non manifestato; ed è diverso dalla notte, ossia la postmodernità, perché essa non genera nulla a parte forze demoniache. L’uomo può mantenere la sua integrità all’interno della postmodernità solo se è in grado di generare il divino, e per farlo necessita di avere dentro di sé il seme del sole di mezzanotte: il Soggetto Radicale. Questo è il potere generativo del Soggetto Radicale: il potere, derivante dalla capacità di vivere in un ambiente privato del divino, di creare il divino dal nulla, da dentro di sé.


È inoltre importante specificare che la differenza tra l’intelletto attivo e quello passivo è che il primo, a differenza del secondo, è immortale. Le interpretazioni che ci sono state in merito a questa parte del pensiero aristotelico sono state diverse per via del fatto che non è mai stato chiaro se l’intelletto attivo appartenesse al singolo individuo, o al genere umano o a Dio. La sua immortalità viene interpretata dunque in vari modi, uno di essi vede l’intelletto attivo come separato dalle altre parti dell’anima e, per questo, sopravvive alla morte di essa; esattamente come il Sole di Mezzanotte sopravvive al tramonto o il Soggetto Radicale sopravvive alla morte del divino presente nel mondo.


La postmodernità come sfida


Come abbiamo visto Dugin, Evola e Guénon presentano ognuno una propria personale analisi del processo storico attraverso il quale l’essere umano si è allontanato dal sacro e dalla Tradizione, ed è sprofondato nella postmodernità. Ciò che rappresenta un elemento fondamentale del pensiero di Dugin è il fatto che egli vede qualcosa di positivo in questo processo tragico, perché esso rappresenta una sfida per l’umanità, l’uomo vuole dimostrare di saper conservare la propria dignità divina anche in un luogo ostile.


La discesa del Soggetto Radicale inizia con l’avvento della modernità, ossia, come direbbe Guénon, con la chiusura dell’uovo del mondo. Il Soggetto Radicale sa di poter tornare indietro ma decide di non farlo e di scendere, invece, ancora più in basso immergendosi nell’abisso postmoderno.


Il Soggetto Radicale presenta un’avversione alla postmodernità diversa da quella tipica del tradizionalismo classico: mentre quest’ultimo spera in un ritorno della Tradizione, il soggetto radicale non vuole tale ritorno ma vuole mantenere la sua identità sacra dentro un mondo demoniaco mantenendo vivo il fuoco dell’eterno, ossia di ciò che è sempre nuovo.


Il Soggetto Radicale è un’entità che rappresenta la volontà di sfidare il mondo postmoderno anziché fuggire da esso e anziché cercare conforto nel ricordo della Tradizione o nella speranza vana di un ritorno di essa. Dugin arriva a sostenere che potrebbe persino essere il Soggetto Radicale stesso a generare volontariamente questa discesa spirituale dell’umanità, proprio per il desiderio di mettere sé stesso alla prova. Il Soggetto radicale ama il materialismo perché lo vede come una sfida, l’ultima e più importante per affermare la sua dignità.


«Immagina una foresta rigogliosa e verde, pensa di distruggerla e incendiarla anche se è una cosa cattivissima. Ciò che prima era vita ora è tutto bruciato. Ma il bosco rinascerà. Non tutte le piante ma solo alcune lo faranno. Poiché esse hanno nelle loro radici – da esso il termine Radicale – la linfa vitale che permetterà alla foresta di rinascere. Questo è il Soggetto Radicale». Risposta di Alexandr Dugin alla richiesta di descrivere il Soggetto Radicale come se dovesse spiegarlo ad un bambino.[4]


Di Alfio Varriano

[1] Per il corso dell'articolo, ogni riferimento al pensiero di Dugin è da intendere come riferimento a A. Dugin, Il Sole di Mezzanotte. Aurora del Soggetto Radicale, Cusano Ailanino, AGA, 2019.

[2] Alexndr Dugin, " Dibattito. Il Sole di Mezzanotte. Dall'uomo differenziato al Soggetto Radicale", filmato il 7 giugno 2019 da Editore AGA, minuto 56:07. Disponibile qui: https://www.radioradicale.it/scheda/576137/il-sole-di-mezzanotte-dalluomo-differenziato-al-soggetto-radicale/stampa-e-regime.

[3] J. Evola, Metafisica del sesso, a cura di G. De Turris, Mediterranea, 1993.

[4] "APL presenta il libro “Soggetto Radicale” di Dugin.", Sferamagazine, consultato il 27 Agosto 2023, http://www.sferamagazine.it/aprilia/politica/apl-presenta-il-libro-soggetto-radicale-di-dugin/.

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