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Elena Donazzan (ECR-FdI): "dobbiamo difenderci dalle ingerenze che riguardano la sovranità", intervista


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Il Presente ha raggiunto l'Europarlamentare (ECR-FdI) Elena Donazzan, già assessore all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità di Regione Veneto, per alcune domande su dossieraggio, questione Salis e caso EICMA-Forza dell'Ordine.


Informazioni rubate in Italia: minaccia alla sicurezza nazionale?


Recentemente è stato scoperto un gigantesco mercato di informazioni personali acquisite in modo illecito da banche dati nazionali, da parte di ex appartenenti o appartenenti a polizia, Guardia di Finanza, tecnici informatici e hacker. L’intento era proprio quello di creare una fabbrica di dossier allo scopo di tenere in scacco l’Italia, colpendo imprenditori e politici, fino ad arrivare al Presidente della Repubblica, al quale, sembrerebbe abbiano clonato un indirizzo e-mail.


A riguardo, si è espresso il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, il quale ha affermato che: «l’allarme venuto dal centro, da destra e da sinistra, non vada sottovalutato, perché quello che sta succedendo non è qualcosa che riguarda il singolo, ma credo che riguardi le istituzioni, la democrazia, la maggioranza e l’opposizione».


Onorevole, lei come valuta la situazione? L’attacco, come dice il Presidente La Russa, colpisce tutte le istituzioni, ma accade proprio al tempo della destra al governo del Paese, potrebbe non essere un caso? In definitiva, a prescindere dal dossieraggio, cosa sta facendo questo governo di così “spaventoso” da allertare i nemici del Paese?



«Come dice bene Giorgia Meloni credo che si debba mettere fine a queste situazioni tanto penose quanto pericolose per la salvaguardia delle nostre istituzioni e della nostra economia. Esiste un mercato delle informazioni, come si rubavano i gioielli, oggi accade con le informazioni.


Il problema non è solo l’hackeraggio o il cyberterrorismo ma alcuni funzionari infedeli che usano il loro potere per fare altro e chissà per chi con le banche dati che monitorano. Servono interventi normativi che inaspriscano le pene per chi si macchia di quei reati e interventi che coniughino la disciplina legislativa con le tecnicalità per alzare la soglia di protezione delle informazioni e dei dati sensibili.


Dobbiamo difenderci dalle possibili ingerenze che riguardano la tutela della sovranità e degli asset industriali strategici perché ora che l’Italia ha finalmente un governo forte, stabile e autorevole, che mantiene la schiena dritta sul piano internazionale, potrebbero essere diverse le entità a voler infiltrarsi per indebolirci e destabilizzarci. Ma di certo non glielo permetteremo.»


Ilaria Salis contro Orban: eroina politica o opportunista?


L’Ungheria ha chiesto ufficialmente la revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, come annunciato dagli eurodeputati ungheresi di Viktor Orban durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. L’eurodeputata di AVS ha risposto accusando apertamente il Presidente ungherese e il sistema giudiziario del Paese:


«Non è una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l'operato di Orban. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche», ha dichiarato Salis. Il gioco ci sembra chiaro: usare come "jolly" il rispetto dei diritti fondamentali e il riferimento ridondante all'antifascismo per evitare le conseguenze.


Onorevole, lei che idea si è fatta della Salis? È una militante politica onesta che conduce con convinzione battaglie discutibili o assomiglia più a un’opportunista della politica in cerca di protezione e fama? In definitiva, le critiche al modello ungherese sono realmente un tentativo di attirare l’attenzione su un "problema" o semplicemente un modo per evitare un confronto con la giustizia?


«Credo che la Salis non sia una martire antifascista come da sua narrazione ma una militante politica accusata di aver partecipato a una violenta aggressione ai danni di ignari cittadini insieme ai suoi compagni della “Banda del martello”. Se ha la coscienza pulita non deve temere di sottoporsi al giudizio in uno Stato sovrano come l’Ungheria che, ricordo, è nell’Unione europea, non è la Corea del Nord.


Sono garantista ma altrettanto convinta che l’immunità si dovrebbe considerare per tutelare il parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni e non per altre vicende, come quella della Salis, su cui oggi c’è ancora molta ombra. Venendo al campo della politica, con le sue continue esternazioni lei dimostra di voler istituzionalizzare il disordine.


L’Italia è popolata da gente onesta che è in graduatoria da anni per ottenere un alloggio popolare, persone perbene che aspettano dignitosamente il proprio turno e che non si sognerebbero mai di violare la legge. Ma forse la Salis non se ne rende conto.»


L'ECI accusa le Forze dell'Ordine di profilazione razziale


L’ECRI (European Commission against Racism and Intolerance) del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale non appartenente all'UE, ha pubblicato un duro rapporto contro l’Italia, sostenendo che le Forze dell’Ordine italiane compierebbero "profilazione razziale" nel corso delle loro attività di controllo, sorveglianza e indagine. Sulla base di ciò, invita allo sviluppo di uno studio più approfondito:


«Le autorità non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l'esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale», affermano i membri dell’ECRI.


Tali affermazioni hanno ovviamente suscitato la reazione del Presidente Meloni, che ha dichiarato: «Le nostre Forze dell'Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie». Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito la propria stima e vicinanza agli agenti.


Onorevole, le pare legittimo che una commissione di un organo non appartenente all'UE si rivolga in modo così severo a un Paese che, in concreto, da anni si sobbarca il peso dell’immigrazione e dell’accoglienza degli immigrati?


«Le accuse mosse dall’Ecri alle forze dell’ordine italiane sono infamanti e dunque inaccettabili, probabilmente il frutto di un approccio ideologico volto a minare in modo capzioso e strumentale la credibilità e la reputazione delle nostre istituzioni.


L’operato dei nostri uomini in divisa, che peraltro fa scuola anche al di fuori dei confini dell’Italia, si basa su criteri di legalità ed efficienza, ma anche di dedizione e onore.


Quest’ultima prerogativa evidentemente sconosciuta a chi ha messo in atto una speculazione vergognosa sulla pelle dei nostri agenti per perseguire altri scopi politici».

A cura di Riccardo Sartoretto


Di Sartoretto potresti voler leggere: Europa delle Nazioni o Europa sovranazionale?


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