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Europa delle Nazioni o Europa sovranazionale?

Le due visioni di Schuman e di De Gaulle riflettono una forte tensione di fondo presente nel dibattito che ha anticipato la costituzione dell’Europa politica che oggi noi conosciamo.




Il confronto tra le posizioni dei due non è “semplicemente” il tentativo di riesumare un dibattito storico passato, bensì un nuovo spunto rispetto a una riflessione senza fine che permea il progetto europeo, essendo l’Unione Europea attuale un vero e proprio compromesso tra i due pensieri.


Charles de Gaulle ebbe una comprensione profondamente nazionale dell’Europa, fondata sul concetto di “Europa delle Nazioni”, che opponeva alle continue pressioni per la rifondazione del “Vecchio continente”, in chiave unitaria e sovranazionale, particolarmente avversata dal Presidente francese.


Per comprendere la posizione di de Gaulle occorre analizzare la sua persona e il contesto in cui si trovava a operare: egli fu un fervido nazionalista, plasmato dalle due guerre mondiali, che videro le nazioni europee scontrarsi fino all’ultimo respiro. In tale scenario, nacque l’idea dell’insostituibilità della Nazione come singola entità sovrana, caratterizzata dalla propria identità, storia, cultura e tradizione.


Più che la sovranazionalità, risultava fondamentale, per il Generale, la cooperazione intergovernativa al fine di rappresentare effettivamente e autenticamente i popoli europei sul piano politico; tutto questo era fortemente in contrasto con la visione di Schuman e Monnet, la quale puntava alla cessione di parte della sovranità statale nei confronti di istituzioni comuni.


Per De Gaulle, la cooperazione europea sarebbe dovuta avvenire mediante accordi tra gli Stati nazionali, all’interno dei quali ogni nazione avrebbe potuto mantenere nitidamente la sua forma, controllando direttamente le proprie decisioni. A testimonianza di ciò, occorre evidenziare e spiegare due episodi significativi:


il primo episodio, il Piano Fouchet, un tentativo (fallito) che mirava a costituire un’Unione Europea fondata sulla cooperazione e formata da un Consiglio Politico, comprendente Capi di Stato e di Governo, che avrebbe gestito le questioni di politica estera e di difesa.


Invece, Il secondo, la Crisi della sedia vuota, fu un periodo di assenza e boicottaggio della Francia delle istituzioni della CEE, avvenuto tra il 1965 e il 1966, come forma di protesta contro le proposte di ampliare i poteri della Commissione Europea e di introdurre il voto a maggioranza nel Consiglio dell’Unione Europea, che avrebbe portato alla riduzione dell’influenza dei singoli stati.


Oltre a ciò, per combattere il super-stato europeo, de Gaulle si opposte strenuamente all’ingresso del Regno Unito nella CEE, temendo una deriva anglo-americana, che avrebbe portato a una dipendenza strutturale in favore degli USA. Tra l’altro, è importante menzionare come, proprio per lo stesso motivo, il Generale fu sempre scettico anche riguardo alla NATO, considerata uno strumento di controllo, a tal punto da ritirare, nel 1966, la Francia dal comando militare integrato dell’Alleanza Atlantica, pur rimanendone

membro.


Schuman, d’altra parte, riteneva che i popoli europei, pur mantenendo la loro sovranità, avrebbero dovuto lavorare costruttivamente insieme per garantire pace e progresso, non potendosi permettere l’Europa, un nuovo conflitto.


Il 9 maggio 1950 presentò la Dichiarazione Schuman, documento fondatore dell’UE, proponendo una Comunità Europea per la Produzione del Carbone e dell’Acciaio, la quale avrebbe garantito così che nessuna nazione potesse ricostruire un nuovo apparato bellico, come avvenuto prima dei due conflitti mondiali.


La CECA, quindi, fu il primo passo per creare una struttura sovranazionale, la quale però, nella mente di Schuman, sarebbe stata destinata a creare un’Europa federale, nella quale gli Stati avrebbero ceduto progressivamente la loro sovranità a istituzioni comuni, capaci di muoversi all’insegna degli interessi dell’intero continente.


Schuman ha dimostrato che la sovranazionalità può essere un motore potente verso la pace e la convivenza, tuttavia, l’idea di de Gaulle rimane un monito relativo all’esigenza di tutelare l’identità nazionale, rimembrando sempre che l’Europa è oggi un’unione di nazioni, spesso assai diverse tra loro, e non una federazione.


Riccardo Sartoretto

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