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Europa, Patria delle Patrie: l’idea d’Europa di Giuseppe Mazzini e la terza Roma

Che idea ebbe Mazzini dell'Europa e del suo assetto e quali prassi politiche intraprese per l'unificazione continentale?


Per comprendere l'ideologia mazziniana in merito alle visioni europeiste, Lara Piccardo stimata cultrice del pensiero dell'esule genovese, parte da questi due quesiti per delineare quello che fu l'excursus filosofico e politico del patriota genovese.


Nel saggio Diplomazia senza Stato. Giuseppe Mazzini e l'Unificazione Europea* si tratteggia l'evoluzione del suo pensiero, partendo dagli scritti giovanili, dove vennero raccolte le prime idee europeiste, fino ad arrivare agli ultimi scritti sull'importanza della politica estera italiana «il concetto della terza Roma, trait d’union delle Nazioni europee che con giusta presunzione pretendevano a gran voce unità e democrazia», spingendosi fino ad argomentare sulla necessità dell'espansione coloniale.


In essi, egli non si limitò a descrivere l'importanza del principio nazionale, ma fece germogliare l'idea che la Giovine Europa cito, «doveva essere l'organizzazione rivoluzionaria delle forze democratiche europee per l'abbattimento dell'ordine metternichiano e la liberazione delle nazionalità.»


L' analisi del pensiero mazziniano si sposta così sulla seconda fase europeista, che portò alla nascita di nuove organizzazioni rivoluzionarie di respiro continentale. È il momento in cui si comincia a parlare del concetto di Europa Unita, strettamente legato a quello di Humanitas nato nel Circolo degli Scipioni nell'antica Roma: cioè l'Europa è vista come "Patria delle Patrie", è dunque la Patria di tutti gli europei, una Santa Alleanza che univa moralmente i popoli, in ultima analisi il nuovo che si contrapponeva al vecchio. L'Europa dei popoli doveva per Mazzini protendersi verso la formazione degli Stati Uniti d'Europa, non come auspicava Cattaneo, ma nel senso di un nuovo soggetto politico capace di unire politicamente ed economicamente il continente. Questa fu una teoria innovativa, che puntava alla democratizzazione degli stati ed alla successiva realizzazione di un Comitato Centrale Europeo, dove ogni singola nazione avrebbe partecipato unitamente al voto di leggi comuni.


Dunque possiamo istituire la figura del Mazzini, non come federalista ma come precursore dell'Europa dei Popoli, perché egli non volle in definitiva tendere verso la realizzazione di istituzioni europee nei manifesti programmatici delle sue organizzazioni, ma all'unità morale dell'Europa. Non decise di tendere all'unificazione statale e politica continentale proprio perché avrebbe significato il superamento del principio di nazionalità.


La sua figura è ad oggi fondamentale proprio perché spese la sua intera vita a mostrare come la democrazia, la libertà e la difesa della dignità dell'uomo, cito, «devono essere solidali a livello europeo; in caso contrario, sono destinati a perire».


Infine con questa amici, vi invito a rileggere il lascito dei grandi uomini del passato, i patrioti di ieri, per tornare ad un senso di comunità, a quel Noi che unisce e crea senso di appartenenza, capace di proiettarci negli anni a venire con lo slancio eroico che ebbero i carbonari - tanto amati e criticati dal Mazzini - , che vollero la nostra nazione unita e indipendente, protagonista della sua storia e al timone di una nave chiamata Europa che avrebbe potuto, come sognava Mazzini, guidare le altre nazioni verso un porto sicuro, verso un futuro prospero.


Oggi per questo abbiamo un compito importante, Roma dovrà dare un segnale forte in politica estera, per fermare il tragico conflitto che ha travolto l'Europa. Di questo, cari amici ne parleremo prossimamente.


Kevin Guagenti


*L. Piccardo, Diplomazia senza Stato. Giuseppe Mazzini e l’unificazione europea, in L’Italia e l’unità europea dal Risorgimento a oggi. Idee e protagonisti, a cura di U. Morelli e D. Preda, Padova, CEDAM, 2014.

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