Oggi, venerdì 7 febbraio, le Poste Italiane hanno rilasciato un francobollo dedicato a Marilena Grill, giovane volontaria del Servizio Ausiliario Femminili della Repubblica Sociale Italiana.

Il bollettino illustrativo ufficiale descrive la giovane come «vittima, ad appena 16 anni, della terribile guerra civile che ha sconvolto l’Italia». Si tratta di un atto di giustizia storica nei confronti di una ragazza a cui l'amore innocente per la propria patria costò la morte per mano mano partigiana.
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«Avevo un’unica preoccupazione, che diventò ben presto un punto irrinunciabile, l’unico punto irrinunciabile della mia missione. Le ragazze non avrebbero dovuto andare mai al combattimento. Per nessuna ragione. Anche se molte di esse lo desideravano. Non volevo un esercito di amazzoni, ma, appunto, di ausiliarie, di aiutanti, di collaboratrici, di sorelle dei combattenti»
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La storia di Marilena Grill
Marilena Grill nacque a Torino il 26 settembre 1928. Di credo valdese, fin da giovane nutrì quel forte senso di patriottismo che la condusse, nel '44, ad arruolarsi nel Servizio Ausiliario Femminile (SAF) della Repubblica Sociale Italiana.
Assegnata alla caserma di Corso Valdocco a Torino, svolse compiti esclusivamente di assistenza: si occupava dell'Ufficio Ricerche Dispersi e del posto di ristoro presso la stazione di Porta Nuova. Un impegno privo di implicazioni strategiche o militari, motivato solo dal proprio senso del dovere.
L'orrore della vendetta partigiana
Il 28 aprile 1945, in un clima di violenze e vendette sommarie, un compagno di scuola bussa alla porta di Marilena, chiedendole di seguirlo per rispondere ad alcune domande. La giovane lo segue, ma non farà mai più ritorno.
Consegnata ai partigiani comunisti della 18ª Brigata Garibaldi, subisce la stessa sorte di molte altre donne nemiche dei partigiani: rapata a zero, viene violentata e poi fucilata, insieme a un'altra ausiliaria, Ernesta Raviola. L'esecuzione avviene nella notte tra il 2 e il 3 maggio 1945, a guerra ormai conclusa.
Una memoria da ricostruire
L'Italia ha, per troppo tempo, minimizzato, o del tutto ignorato, i numerosi episodi di violenza partigiana (e comunista) postbellica, e, tutt'ora, rischia di relegarli a semplici, e giustificabili, note a margine della narrazione gloriosa della Resistenza partigiana.
L'emissione di un francobollo commemorativo in onore di Marilena Grill è un segnale importante, tanto per la memoria di coloro i quali, dopo la guerra, subirono la furia rossa, quanto per quegli italiani che, durante la Guerra Civile, per amor di patria e fedeltà alle idee, scelsero di vestire la divisa repubblichina e imbracciare, con onore, una volta ancora le armi.
La polemica: negazionisti della violenza partigiana
Come prevedibile, l'iniziativa ha suscitato le proteste dell'ANPI e di altri gruppi legati alla Resistenza, che continuano a rifiutare un'analisi storica onesta sugli eventi del dopoguerra. Invece di lavorare per una vera pacificazione nazionale, questi soggetti si ostinano a negare le responsabilità di una parte della Resistenza, che si macchiò di crimini atroci in nome del comunismo sovietico e non certo della libertà.
L'auspicio è che questa scelta coraggiosa sia sia solo la prima di molte altre iniziative atte a onorare tutte le vittime giuste e innocenti della guerra civile italiana.
Matteo Respinti
Fonte: Lavocedelpatriota.it