In Germania, il cosiddetto linguaggio inclusivo colpisce ancora. Secondo la Commissione anti-discriminazione del Ministero della Famiglia, l’uso del termine «süßi Omi», letteralmente «dolce nonnina», sarebbe discriminatorio nei confronti degli anziani.

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Perché? Perché rafforza gli "stereotipi legati all'età". La proposta, sostenuta dal ministro della Famiglia Lisa Paus e dalla responsabile della Commissione Ferda Ataman, fa parte di un rapporto di ben 25 pagine che invita a rivedere il linguaggio utilizzato nei confronti degli anziani.
Rispetto o censura linguistica?
Nessuno nega che l’età possa essere motivo di discriminazione, soprattutto nel mondo del lavoro. Tuttavia, pensare che l’uso di "dolce nonnina" contribuisca alla marginalizzazione degli anziani è semplicemente ridicolo.
Sostituire espressioni tenere con formule neutre non migliora di certo le condizioni degli anziani. Si ripete lo schema già visto in Italia con il tentativo di sostituire "mamma" e "papà" con "genitore 1" e "genitore 2": un approccio burocratico che violenta la lingua senza portare benefici di alcun tipo.
I veri problemi degli anziani: questione di priorità
Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, in Germania, al 2022, il tasso di rischio di povertà per le persone oltre i 65 anni si attesta al 20%, si tratta del 42% di tutti i pensionati del Paese, secondo la risposta del Governo a un’interrogazione parlamentare.
Piuttosto che intervenire sul linguaggio cosiddetto discriminatorio, le istituzioni dovrebbero occuparsi di questioni concrete: pensioni insufficienti, cure mediche, solitudine e cultura dello scarto. Questi sono i problemi della terza età, non certo un vezzeggiativo usato in famiglia.
Redazione