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Immagine del redattoreAmirah Risoli

Indi, l'Italia non ti dimenticherà. Con il commento dell'On. Grazia Di Maggio



Il commento dell' On. Grazia Di Maggio:


Cosa pensa riguardo la decisione etica e morale dell’Inghilterra? Le fanno paura questi principi e la mancata lotta per la vita di una bambina? Quali sono invece i principi morali di questo Governo che così repentinamente si è riunito per conferire alla piccola la cittadinanza italiana?


«Il Governo italiano ha compiuto sforzi considerevoli per offrire una possibilità alla piccola Indi e un raggio di speranza ai suoi genitori. Nonostante l'apertura da parte dell’Ospedale Bambin Gesù con i nostri specialisti, la decisione del tribunale inglese di non perseguire ogni tentativo è dolorosa, rappresenta una sconfitta per la medicina, per la scienza e per l’umanità.


Questa decisione non è uno schiaffo all'Italia, ma un segno di resa al materialismo e un crollo dei valori occidentali. La legge ha stabilito che l'Autorità può decidere sulla vita e sulla morte al di là della volontà individuale o dei genitori, mettendo in luce un grave problema di considerazione della vita umana.»


È un dovere per i genitori prendersi cura dei propri figli fino alla fine mentre è un diritto per i bambini vivere. I ruoli si sono capovolti? Adesso per i genitori curare il proprio figlio è un diritto che non sempre è garantito? Perché uno Stato dovrebbe negare ciò?

Si può ritenere la scelta del Governo italiano giusta ma azzardata?


«I genitori hanno il dovere di curare e dedicarsi alla crescita, al benessere dei propri figli, questo è alla base del nucleo famiglia e delle relazioni che da essa ne derivano. Uno Stato giusto dovrebbe garantire il diritto alla vita fino alla fine pertanto la scelta del Governo italiano è tutt’altro che azzardata ma un’ancora di speranza che andava colta. Anche chi non può guarire deve essere curato.»


Alla fine i medici britannici hanno staccato le macchine. In Europa dunque sono ancora presenti grandi lacune riguardo la libertà di cura e il diritto alla sicurezza?


«Indi Gregory si unisce a Charlie Gard, Alfie Evans e Isaiah Haastrup nella lista dei piccoli bambini considerati indegni di vivere dal servizio sanitario e dalla magistratura britannica, nonostante l'opportunità di ricevere cure palliative di qualità altrove.


Per garantire a tutti i cittadini pari dignità di assistenza, auspichiamo un accordo che permetta ai genitori di portare i propri figli malati in Italia o in altri Paesi disposti a dar loro una opportunità per evitare situazioni simili in futuro.»


Una riflessione personale:


Una vita spenta, genitori che hanno conosciuto l’inferno e una giustizia caduta in uno stato di insensibilità. Questa la dura realtà di fronte alla quale mi sento inerme come penso tante altre persone. Ci troviamo di fronte ad una famiglia costretta ad accettare una verità che non è la loro, costruita su decisioni da loro non prese ma soprattutto non condivise. Genitori che di fronte all’ingiusto non sono rimasti impassibili ma che purtroppo non sono stati ascoltati. Io ritengo che il bene sia libertà. Ciascuno è, anzi deve essere, libero di volere bene sempre; ciò non dovrebbe essere riconosciuto come un diritto.


E poi la piccola Indi, una bambina a cui è stato sottratto il dono più bello e prezioso che esista, la vita. È un omicidio. Punto. Non esistono altre parole per descrivere questa barbarità. Il rifiuto. L’accanimento nel negare un cammino, un possibile futuro a questa creatura che venendo in Italia avrebbe potuto avere una possibilità. Toglierle il respiro. Ma come si fa?


In conclusione sottolineo come siano stati violati tre diritti fondamentali nei confronti di questa famiglia:


- Diritto alla vita, che va ben oltre quello di nascita

- Diritto alle cure

- Diritto alla libertà di scelta


L’unico augurio che mi sento di fare alla famiglia e a tutti noi è che questo fatto non cada nel dimenticatoio ma serva come riscatto di questa triste pagina buia della nostra civiltà. Parliamo di un qualcosa che non dovrà succedere mai più.


I valori sono la nostra esperienza e la nostra esperienza custodisce i nostri valori!


Amirah Risoli

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