top of page

Irredentismo, un’aspirazione ancora attuale?

L'Irredentismo italiano o "Questione irredentista" fu un movimento volto a esprimere l’aspirazione da parte degli italiani di completare la propria unità nazionale, liberando le terre cosiddette «irredente» ovvero «non liberate» dal dominio straniero, in senso generale s’intendono i territori italofoni, nello specifico i territori del Trentino-Alto Adige, di Trieste e della Dalmazia, territori promessi dal Patto di Londra, che alla vittoria del primo conflitto mondiale l’Italia ottenne solo in parte, per questo fu definita una «vittoria mutilata» da Gabriele d’Annunzio.

In particolare, la "Questione irredentista" riguardò la Tirolia Meridionale, ovvero l'Alto Adige, e una parte della Provincia di Trento,quest’ultima fu ceduta dall'Austria all'Italia con il Trattato di Saint-Germain-en-Laye nel 1919.

Tuttavia, il trattato non riconobbe il diritto all'autodeterminazione delle popolazioni di lingua tedesca che vivevano in quelle zone e la situazione rimase per lungo tempo tesa, tanto che si registrarono atti di violenza da parte dei separatisti del Sud Tirolo.


Per quanto riguarda Trieste e la Dalmazia, la situazione era ancora più complessa: dopo la sconfitta dell'Impero austro-ungarico nella Prima guerra mondiale, l'Italia reclamò quei territori in base al Patto di Londra del 1915, che prevedeva la spartizione delle terre dell'Impero tra le potenze vincitrici. Tuttavia, i nazionalisti slavi della Jugoslavia, che combatterono al fianco degli Alleati, rivendicarono la Dalmazia come loro territorio e la situazione rimase irrisolta fino alla fine della Seconda guerra mondiale.


Insomma, l'Irredentismo italiano fu un fenomeno complesso e articolato, che attraversò tutto il periodo che va dalla fine dell'Ottocento alla seconda metà del Novecento. Se da una parte rappresentò una sorta di continuazione del Risorgimento e dell'aspirazione all'unità nazionale, dall'altra spesso creò tensioni e conflitti con i vicini stati confinanti.


Ma ora guardando al presente, l’unità d’Italia è completa? La risposta non è così semplice da dare, poiché l'idea di unità nazionale può essere interpretata in modi diversi. Dalla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861, molte cose sono cambiate. Inizialmente, l'obiettivo principale era consolidare politicamente e amministrativamente il paese, unificando le diverse regioni che erano divise da dialetti, tradizioni e interessi locali.


Un esempio eclatante, che può in parte rispondere alla domanda, è quello della regione storico-geografica della Venezia Giulia, oggi facente parte della Regione Autonoma Friuli-Venezia-Giulia, di cui una parte dei territori italofoni che ne fanno parte si trova sotto il controllo di Slovenia e Croazia. Questa situazione è il risultato degli eventi storici e delle decisioni politiche che hanno caratterizzato la regione dopo la Seconda guerra mondiale. Con il Trattato di Parigi del 1947, gran parte di essa venne assegnata alla Jugoslavia che in seguito si frammentò dando origine alla Slovenia e alla Croazia.

Conseguentemente, numerose città e comuni che erano effettivamente parte integrante della cultura e dell'identità italiana sono ora sottoposte alle leggi e all'amministrazione slovena e croata, per esempio nella penisola dell’Istria, nelle città di Capodistria (oggi Koper) e Parenzo (oggi Poreč), viceversa in comuni come Doberdò del Lago è osservabile che la cittadinanza, de iure italiana, è di etnia slovena. Infatti nel territorio si trovano scuole che in integrazione a quella italiana insegnano la lingua slovena, creando di fatto una realtà di bilinguismo.


Questa situazione crea sfide e complessità sia per la comunità italiana che per quelle slovena e croata, le persone devono bilanciare la conservazione delle proprie radici culturali e linguistiche con l'integrazione nel contesto multietnico in cui vivono. Nonostante le difficoltà e le differenze, esistono anche iniziative e sforzi di dialogo e collaborazione per promuovere la convivenza pacifica e il rispetto reciproco tra le diverse comunità presenti nella regione.

Oltre alla Venezia Giulia, vi sono anche altre zone in cui l'Irredentismo italiano rimane un argomento rilevante. Ad esempio, la città di Fiume (oggi Rijeka in Croazia) era stata occupata da Gabriele d’Annunzio con un manipolo di volontari, e che per questo è stata oggetto di tensioni e dispute territoriali tra Italia e Jugoslavia nel corso del Novecento in cui Fiume era una città multietnica, con una significativa presenza italiana, ma alla fine fu assegnata alla Jugoslavia dopo la Seconda guerra mondiale. Inoltre, la questione dell'autonomia e del riconoscimento delle comunità italofone nelle regioni confinanti con l'Italia rimane un tema di dibattito. Ad esempio, in Istria tutt’oggi esiste una minoranza di origine italiana che si batte per la tutela dei propri diritti culturali, linguistici e storici.


In conclusione, sebbene l'Irredentismo italiano abbia rappresentato un movimento volto a completare l'unità nazionale liberando le terre italofone dal dominio straniero, la questione dell'unità d'Italia non può essere considerata completa. Ergo, la risposta alla domanda «L’unità d’Italia è completa?» è no, sono ancora presenti situazioni in cui territori abitati da popolazioni di lingua e cultura italiana si trovano sotto il controllo di altri stati.


Rispondendo invece alla domanda posta nel titolo ovvero «Irredentismo, un’aspirazione ancora attuale?», la risposta potrebbe essere poiché la questione dell'unità d'Italia potrebbe essere vista come un obiettivo legittimo e irrinunciabile, perché si ritiene che i territori abitati da popolazioni di lingua e cultura italiana debbano essere parte integrante del paese. Questo punto di vista può sottolineare l'importanza di preservare l'identità e i valori nazionali, promuovendo la tutela dei diritti delle comunità italiane che vivono al di fuori dei confini attuali dell'Italia.


Allo stesso tempo, si può sostenere la necessità di promuovere il dialogo e il rispetto reciproco tra le diverse comunità presenti nelle aree interessate, al fine di garantire una convivenza pacifica e armoniosa.


Amos Colussi - GN Gorizia

bottom of page