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Khelif batte Carini, i valori occidentali cadono al tappeto

Ieri, a Parigi, si è tenuto uno degli incontri di pugilato più attesi e controversi degli ultimi tempi, che ha visto la nostra connazionale Angela Carini combattere contro l'algerina Imane Khefil. La pugile italiana è stata costretta ad abbandonare il ring dopo soli 46 secondi dall'inizio a causa di un fortissimo colpo al naso.



Questo incontro non rappresenta solo una sconfitta sportiva per l'Italia, ma una chiara testimonianza della deriva morale che la società occidentale sta subendo. Il nostro sistema di valori è sotto attacco da una cultura tossica che mira a cancellare i caratteri fondanti e peculiari della nostra civiltà.


Viene naturale domandarsi perché in tutti gli sport le competizioni siano separate in base al genere e alla categoria di peso. L'ente che inizialmente aveva impedito alla Khefil di combattere aveva ragione: i suoi livelli di testosterone erano notevolmente alti, conferendole un vantaggio ingiusto. Eppure, in nome di un'ideologia inclusiva che non conosce limiti, le è stato permesso di competere, compromettendo l'integrità della competizione sportiva.


Questa decisione è sintomatica di un occidente che ha deciso di seppellire il suo vecchio ordinamento morale, adottando una politica "inclusiva" che rischia di essere irreversibile. Questa inclusività forzata non solo tradisce i principi della meritocrazia, ma mina anche la credibilità e l'equità dello sport.


L'Europa potrà ritrovare la sua forza politica e sociale solo se avrà il coraggio di staccarsi da questo modello deleterio. Dobbiamo ripristinare un sistema che valorizza le vere capacità individuali e rispetta le differenze naturali tra gli atleti. La Khefil può essere una persona straordinaria, ma sportivamente è inaccettabile che si verifichino situazioni del genere. Solo così lo sport potrà continuare a preservare il suo carattere di competitività basato sulla meritocrazia e sulla vera equità.


Questa vicenda deve essere un monito per tutti noi: se continuiamo a sacrificare i nostri valori sull'altare di un'inclusività senza limiti, rischiamo di perdere la nostra identità e la nostra forza come società. Lo sport è solo una delle tante aree in cui questa battaglia si sta combattendo, e non possiamo permetterci di perdere.


Di Kevin Guarino

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