top of page

La famiglia è l'Europa

Segue un articolo, quasi un esercizio di stile, diverso, per approfondimento e lunghezza, da quelli che siamo soliti scrivere per Il Presente; nasce dall'aver frainteso il tema di un contribuito per un altro bel progetto, che richiedeva tassativamente 2.500 battute. A me che li ho scritti questi paragrafi convincevano decisamente, siccome hanno convinto anche il resto della Redazione, abbiamo deciso di proporveli.



La famiglia è sotto attacco. In quanti avranno letto, sentito dire, magari anche affermato in prima persona, questa frase, salvo poi dubitarne nel privato? Per lungo tempo l’uomo comune e il militante – ma alle volte anche il politico di professione –, si sono concessi il lusso di queste parole senza dar loro seguito con un’azione realmente conservatrice.


Nessuna filippica su opportunismo e pigrizia, che pure vanno estirpati, semplicemente, per un po’, l’attacco è stato intellettuale e sofistico. Orchestrato nelle torri dell’università e teorizzato nei libroni polverosi dell’accademia, era completamente invisibile agli occhi dell’uomo semplice e genuino il quale, leale al giusto, si è fatto megafono della lotta contro un male che ancora non conosceva e che quindi non ha saputo combattere a dovere.


Ma la famiglia è davvero sotto attacco e ognuno, l’uomo comune, il militante e il politico, è chiamato alla trincea per difenderla. Il nemico che ci carica non è più, come fu nel ’70 e nel ’74, l’onesto – non per questo meno nemico – militante comunista deciso a convincerci della sua verità politica; a caricarci è il progressista del terzo millennio, colui che alla falce e martello ha preferito la maschera.


Progressista del terzo millennio è Saviano e sua maschera, non senza meriti oggettivi, altrimenti non sarebbe una trappola, è la lotta alle mafie: «è la famiglia che crea la mafia»; come lui il magistero della compianta Murgia, la cui maschera è l’inclusività innocua della famiglia queer. E cosa dire di chi ha tolto la vita a Charlie, Alfie, Indi e a tanti altri, rapendoli dalla loro famiglia? Non hanno forse parlato di «miglior interesse»?


Questi sono solo pochi esempi, si potrebbe parlare a lungo, c’è chi vende bambini pervertendo maternità e paternità, chi al Nord termina padri e madri perché non più produttivi e chi, ancora, abusando delle donne vittime di violenza, vede il nemico nella famiglia piuttosto che nella sua assenza.


E poi ci siamo noi conservatori europei che non di rado nelle nostre battaglie rischiamo di dare per scontata la famiglia e di dimenticare il suo essere pilastro della nostra patria comune: famiglia erano i clan e le tribù del Nord, famiglia i lari che proteggevano la casa e Roma, famiglia tutti gli dèi d’Europa e Famiglia Sacra quella che l’unico Dio scelse – senza averne bisogno – per quel Figlio nel cui nome le famiglie reali fecero l’Europa.


Famiglia è l'Europa dei popoli e per questo noi combattiamo.


Matteo Respinti

bottom of page