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Le batterie: falsi miti e stereotipi

Un altro elemento di forte critica delle vetture elettriche riguarda la batteria.

Le criticità che molti le attribuiscono sono molteplici. I più scettici sono convinti, a causa dell’esperienza con i cellulari, che dopo due o tre anni le batterie siano da sostituire e che tale operazione sia particolarmente costosa ed inquinante.

In realtà fare confronti del genere è un errore abbastanza grossolano, perché nonostante funzionino allo stesso modo, la tecnologia tra le due tipologie è profondamente diversa.


Il BMS

Innanzitutto, nelle vetture, le batterie hanno un sistema di controllo “BMS” (battery management system) molto più avanzato di quello di un cellullare, basti pensare che la temperatura delle celle è continuamente monitorata e viene regolata in fase di carica e scarica per garantire le prestazioni migliori ed il minor degrado possibile. Inoltre, esistono dei “buffer” di energia (riserve) sotto lo 0% e sopra il 100%, non utilizzabili dall’utente, per evitare danneggiamenti della stessa (infatti una eccesiva scarica o un mantenimento dell’auto al 100% per troppo tempo tenderebbe a degradarla più velocemente).

Queste accortezze nei cellulari, che hanno una vita media di due anni, non vengono approcciate perché si tende ad utilizzare all’estremo la batteria facendola degradare più o meno di pari passo con l’obsolescenza del cellulare in s’è. Invece nel caso delle autovetture, che possono essere utilizzate ben più di dieci anni, è fondamentale preservare questo elemento di vitale importanza per l’auto.


Quanto dura e com'è il suo degrado?

Mediamente i produttori garantiscono, sotto garanzia, una autonomia residua superiore all’80% nei primi 10 anni di vita o 200.000km (l’evento che si verifica prima). Dai dati forniti da Tesla possiamo constatare che le prime Model S vendute nel 2012 (che hanno ben 11 anni) hanno mantenuto una autonomia superiore all’85%.

Quando giungerà il momento di rottamare l’auto, la batteria (con una capacità inferiore al nuovo) non sarà un elemento da buttare o un problema per il riciclo, ma bensì una risorsa.

Le batterie usate possono essere ricollocate in altri contesti, ad esempio come accumulatori domestici o per applicazioni dove non è fondamentale avere un’elevata densità energetica, ormai perduta, o semplicemente possono essere rigenerate alla capacità iniziale tramite dei trattamenti specifici.

Nel caso estremo volessimo riciclarla, gli elementi interni alla batteria rimangono materiali molto preziosi e riutilizzabili per produrre nuove batterie (ad esempio manganese, cobalto, litio, magnesio ecc). Questi elementi possono essere riutilizzati integralmente, perché il degrado della batteria non è dovuta ad un degrado dei materiali con la quale è costruita, ma dall’ossidazione del catodo fatto in carbonio.


Quanto inquinano per essere prodotte?

Un’altra critica rivolta alle batterie è indubbiamente l’estrazione, la produzione e l’inquinamento ad esse legate per la loro produzione.

Con le ultimissime batterie la quantità di risorse minerarie estraibili con difficoltà (es. cobalto) è in drastica diminuzione con addirittura l’arrivo delle nuove batterie LFP (litio, ferro, fosfato) che n’è elimina la presenza (le batterie LFP sono già molto diffuse oggi). Quindi anche sotto questo punto di vista negli anni sono stati fatti enormi passi in avanti.

Per non citare il futuro delle batterie al sodio o allo stato solido, che sono ancora sotto studio, ma che promettono risultati ben più appaganti.

Infine, è vero, che la produzione di un’auto elettrica inquina di più rispetto ad una tradizionale, ma dopo circa 30.000km di percorrenza è possibile pareggiare l’inquinamento (con l’attuale mix energetico) per poi diventare molto più sostenibile.


Gli altri stereotipi come tempi di ricarica, sicurezza, costo ecc... sono stati affrontati nell'articolo precedente.


Tutti gli altri dubbi, che non analizzerò, si possono sciogliere solamente provando queste auto e comprendendone le capacità. Se la domanda di auto, batterie ed energia aumentasse il mercato né risponderebbe accontentando la domanda, come ha sempre fatto per ogni cambiamento.

Soprattutto perché sono cambiamenti che non avvengono nel giro di un giorno, ma che richiedono anni; quindi, bisogna diffidare di chi sostiene che il sistema elettrico collasserebbe se da un giorno all’altro avvenisse questo cambiamento. È ovvio, ma è uno scenario, anche volendo, irrealizzabile.

Continuare ad ostacolare questa inevitabile transizione è un’assurdità e nel tempo è una tecnologia che prenderà il sopravvento come sta avvenendo in paesi più all’avanguardia.

Nel tempo i prezzi si adegueranno per coprire ogni categoria di mercato per essere sempre più accessibili e la rete di ricarica sarà sempre più capillare come lo è già nel Nord Europa, al punto da sentire più alcuna lacuna rispetto ad un’auto endotermica.


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