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Ma quale sovranità? Juncker: «con Napolitano e Mattarella ho negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità»

Torno sulle pagine de Il Presente per parlare e, conseguentemente, per vostra sfortuna, ragionare su alcune dichiarazioni fatte circa due settimane fa dal precedente Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.



Ho avuto l’impulso di buttare giù due righe nel momento esatto in cui sono giunte alla mia vista le frasi del sommo tecnocrate, ma sperando, ovviamente in modo vano, che il fatto venisse sottolineato dalla stampa nazionale ho preferito attendere qualche giorno prima di esprimermi. Le dichiarazioni di Juncker, per amore del vero va detto, sono state riportate e commentate da alcune testate, ma, chiaramente, visto che sono qua a scriverne, il modo in cui è stato fatto mi è apparso non consono alla gravità dell’affermazione fatta.


Per essere più preciso la notizia è stata riporta in modo molto più leggero rispetto al peso della dichiarazione. Avrei preferito, ma magari sono io a essere esagerato, una maggior eco mediatico. Certo, mai mi sarei aspettato che partisse un commento da testate “turbo europeiste”, leggasi Repubblica per esempio, ma da testate più euroscettiche avrei preferito giungesse più clamore.

 

Finita la morale alla stampa italiana, che è dovuta visto il mio carattere polemico e brontoloso, è tempo di riavvolgere il nastro e incollare, parola per parola, le dichiarazioni del tecnocrate lussemburghese.

 

Ecco perché ritengo vada sottolineato quanto sia stato preoccupante ciò che Juncker ha ammesso lo scorso marzo: in un’intervista al Sole24Ore, il già citato dichiara: «Con Giorgio Napolitano e poi con Sergio Mattarella ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità: quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani. O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea. Amavo i miei scambi con Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere».

 

L’affermazione è gravissima, viene dichiarato apertamente che un potentissimo esponente delle istituzioni europee negoziava coi Presidenti della Repubblica che, ricordiamolo, dovrebbero essere i garanti della Costituzione nazionale, su tematiche riguardanti i singoli Ministri italiani. Alla faccia dell’ingerenza, no?

 

La faccenda diventa ancora più preoccupante se si ragiona sugli incarichi istituzionali svolti da Juncker e sugli anni di servizio: Juncker è stato, dal 2014 al 2019, Presidente della Commissione Europea, l’attuale ruolo di Ursula Von Der Leyen, ma ancora prima, dal 2005 al 2013, un lasso di tempo enorme, è stato il primo Presidente permanente dell’Eurogruppo. Per chi non sapesse cosa sia l’Eurogruppo è utile fare chiarezza: nella sostanza è un centro di coordinamento dell’UE che unisce i Ministri delle finanze dei Paesi dell’Eurozona, quando si parla di Eurogruppo si intendono riunioni informali alla vigilia dei Consigli dei Ministri delle Finanze degli Stati membri per parlare di questioni economico finanziarie legate all’UEM. Per farla breve è la stanza dei bottoni della moneta unica.

 

Giusto per fare due conti, visto che Juncker cita direttamente gli uomini che negli anni hanno ricoperto la più alta carica della Repubblica, con cui dice di aver negoziato senza ben specificare in quali occasioni, è possibile ipotizzare, dato che Napolitano è stato Presidente dal 2006 al 2015 e da quell’anno in poi lo è stato Mattarella, che abbia dialogato con loro sia in qualità di Presidente della Commissione che come Presidente dell’Eurogruppo.

 

Ora, a voi sembra normale che i garanti della nostra costituzione, il minuscolo non è un errore, negozino con uno dei sommi tecnocrati di Bruxelles in barba a qualsiasi diritto costituzionale?  Perché si, diciamocelo, come può un Paese definirsi sovrano se i propri presidenti della Repubblica negoziano sui Ministri del Governo del loro Paese con un tecnocrate straniero?

 

È pur vero che, ex. Art. 11 della Costituzione: «l’Italia […] consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni» ma, tolta la mancanza di parità con gli altri Stati che trasuda dalla dichiarazione di Juncker visto che ammette di essere diventato uno specialista di cose che non doveva sapere, non mi pare che questi negoziati abbiano avuto un fine legato al mantenimento della pace e della giustizia tra le nazioni.

Ergo, questi colloqui non sembrano avere una giustificazione solida.

 

Dato il mio scetticismo nei confronti dell’attuale Unione Europea, il mio, se si può ancora usare questa parola, sovranismo e, infine, la mia tendenza a pormi domande su ogni cosa giungo a una riflessione che è scaturita in maniera totalmente naturale a seguito della lettura della dichiarazione: è chiara l’ingerenza dell’Unione e dei suoi tecnocrati sulla nostra Nazione, ma fino a quanto essa può spingersi?

 

Perché, effettivamente, Juncker racconta di aver parlato con Napolitano ma, non dicendo in quale occasione nessuno può escludere a priori che non abbia avuto un ruolo, per esempio, nella caduta del governo Berlusconi del 2011, il quale fu sostituito da Mario Monti, tecnico per eccellenza, ben voluto da Bruxelles e testé, al tempo, nominato Senatore a vita. Per quale motivo cadde il governo Berlusconi? Tra le varie motivazioni ci fu l’impennata dello spread italiano che, nella sostanza, è una vera e propria scusa. Lo spread misura, per farla breve, il grado di fiducia dei mercati nei confronti di un Paese che ha emesso titoli di Stato, nulla di più soggettivo e fluttuante. Come si può far cadere un governo per questa motivazione?

 

Molti hanno sollevato dubbi negli anni sul fatto che quel governo politico, in favore di un tecnico, fu fatto cadere per “volontà di qualcuno che sta in alto”. Se Juncker dichiara di aver avuto colloqui con l’attuale e col precedente Presidente della Repubblica, come possiamo non farci venire dubbi?

 

Il caso di Berlusconi è, chiaramente, solo un possibile esempio, per di più lontano nel tempo, ma le preoccupazioni non possono essere del tutto allontanate se pensiamo al fatto che il lussemburghese parli anche di negoziati con Mattarella. Chi ci dice che alcune nomine di Ministri in governi precedenti non siano state decise o rimbalzate a tavolino da qualcuno oltre i confini della nostra Nazione?

 

Pensiamo al 2018, post elezioni che portarono al governo giallo-verde. Savona fu dichiarato inadatto, nonostante il curriculum, l’autorevolezza e la competenza, a ricoprire il ruolo di Ministro dell’Economia, da Mattarella nel 2018. Al suo posto Tria (ma ve lo ricordate?), sicuramente molto più vicino a Bruxelles del prof. Savona.  A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca (quasi) sempre, diceva uno che di segreti nella tomba se n’è portati.

 

Evito la facile e prevedibile discussione finale sull’essere o meno una Nazione sovrana, quella è lasciata alla vostra immaginazione e sensibilità sul tema. Preferisco essere più ottimista. Quello su cui è davvero necessario ragionare è su quale conformazione vogliamo dare davvero all’UE che verrà, viste le imminenti elezioni.

 

È necessario posizionare ai vertici delle istituzioni europee delle personalità rispettose della volontà popolare, che riescano a mettere in discussione le scelleratezze e le assurdità dell’Unione dando importanza alle necessità dei singoli Stati membri.

 

Sarà necessario combattere duramente, ma è l’unico modo per imporsi in un Europea totalmente estranea ai voleri nazionali e popolari ed evitare delle pericolosissime ingerenze che vanno a limitare la sovranità delle singole Nazioni europee.

 

Manuel Mariani

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