top of page

Pioltello: scuola chiusa per Ramadan, il Consigliere Luca Terzi: «lo considero un bel cortocircuito interno»

A Pioltello il preside dell’Istituto Comprensivo Statale Iqbal Masih ha deciso la chiusura della scuola per la fine del Ramadan, il mese del digiuno nell'Islam, che quest'anno si concluderà il 10 aprile. La decisione, che ha generato non poche polemiche in città, è stata presa a fronte del fatto che la maggioranza degli studenti dell'istituto sembrerebbe professare la fede mussulmana.



«Le scuole non possono decidere il calendario delle festività. Devono rispettare le regole», ha affermato il Ministro dell'istruzione Valditara al diffondersi della notizia; mentre Roberto Pagani, diacono permanente responsabile del Servizio ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi di Milano, ha dichiarato: «siamo a favore di questo gesto. Di più: come i musulmani in Italia condividono e festeggiano insieme a noi cattolici il Natale e la Pasqua, trovo bello che un'iniziativa di dialogo interreligioso parta da una scuola».


Abbiamo raggiunto Luca Terzi, Consigliere comunale (FdI) di Pioltello e Presidente di GN Milano Provincia, per una valutazione radicata nel territorio.



Qual è il confine tra il rispetto e l’integrazione di culture diverse dalla nostra e una forma di arretramento della nostra identità? Così alcuni esponenti della Lega hanno denunciato il gesto.


«Io penso che la gestione di una buona integrazione stia proprio nel riuscire a far si che persone e studenti provenienti da paesi e religioni diverse riescano ad apprendere e far proprie quelle che sono le tradizioni e la cultura del paese in cui decidono di andare a vivere.


Con questo non pretendo di certo che un bambino mussulmano festeggi il Natale o altre festività cristiane, ma ritengo corretto che possa conoscere ed entrare in contatto con tutte quelle usanze che fanno parte del nostro tessuto sociale da secoli.»


Lo scrittore francese Houellebecq nel romanzo Sottomissione ipotizza una futura islamizzazione dell’Europa, episodi come questo possono essere considerati piccoli passi verso una vera e propria sostituzione culturale del cristianesimo?


«Forse siamo ancora lontani da una situazione come quella sopra citata, ma è pur vero che esistono delle realtà, come quella pioltellese, in cui l’attenzione deve essere maggiore verso questi temi.

In particolare penso che questa sia la conclusione di un cerchio iniziato ormai decenni fa, fatto di immigrazione incontrollata, che non ha permesso una corretta integrazione da parte di chi è venuto in Italia.»

La decisione del preside è stata difesa da alcuni rifacendosi a quanto recita il sito di Regione Lombardia: «le istituzioni scolastiche e formative, nel rispetto del monte ore annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre opportuni adattamenti del calendario scolastico d’istituto, comunicandoli tempestivamente alle famiglie entro l’avvio delle lezioni.»


C’è chi ha obiettato, inoltre, che alcune scuole aggiungano giorni di festività in occasione del 13 dicembre, di Santa Lucia o per consentire di fare la settimana bianca senza che si generino le stesse polemiche.


Questa obiezioni possono avere un fondamento?


«Non penso che la polemica si basi sui singoli atti procedurali intrapresi dal preside e dal Consiglio d’istituto, ma sul precedente che potrebbe crearsi e sugli effetti che rischia di avere sul tessuto sociale della città, che penso si siano visti in questi giorni con le reazioni dei cittadini alla notizia…


Mi fa sorridere vedere come, a difesa di questa decisione, ci sia la stessa sinistra che per anni ha portato avanti battaglie per la “laicità” delle scuole; facendo togliere i crocifissi nelle aule, eliminando il presepe e modificando le canzoni natalizie per evitare che qualche ragazzino di altre religioni si potesse offendere.


Lo considero un bel cortocircuito interno.»


A cura di Bianca Marzocchi

bottom of page