Ne parlano, giustamente, tutti: «la giornalista italiana Cecilia Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran». Ricordate il caso marò? Ecco, Cecilia Sala voleva lasciarli in India.
Fonte: Andrea Lombardi
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Cecilia Sala, chi è e cos'è successo in Iran?
Le ultime informazioni disponibili ci dicono che, fortunatamente, la Sala "sta bene". Pur rinchiusa nel carcere di Evin, a nord della capitale iraniana Teheran, la nostra connazionale ha potuto ricevere la visita dell'ambasciatore italiano e parlare al telefono con i propri genitori. Chora Media, per cui la giornalista realizza quotidianamente il podcast Stories, fa sapere che le ragioni dell'arresto non sono ancora stata formalizzate.
Cecilia Sala, nata a Roma nel 1995, è una giornalista con esperienza internazionale. Ha iniziato la sua carriera a 20 anni collaborando con testate come Vice Italia. Nel 2016 ha lavorato con Michele Santoro a Servizio Pubblico, completando il praticantato per diventare giornalista professionista. Dal 2014 al 2018 ha frequentato l’Università Bocconi di Milano, interrompendo gli studi per dedicarsi interamente all’attività giornalistica.
Sala ha realizzato reportage da diverse aree di crisi, tra cui il Venezuela, l’Iran, l’Afghanistan e l’Ucraina. Ha collaborato con testate come Il Foglio, Vanity Fair e L’Espresso e ha pubblicato due libri: Polvere. Il caso Marta Russo nel 2020 e L'incendio nel 2023.
Quando Cecilia Sala voleva lasciare i marò in India
Ricordate il caso marò? Nel febbraio 2012, Massimiliano Latorre (che ha raccontato la vicenda in un libro) e Salvatore Girone, fucilieri della marina italiana, sono arrestati in India perché accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo della costa del Kerala, scambiandoli per pirati.
Nel marzo 2013, i marò ottennero un permesso elettorale e rientrarono in Italia. L'allora Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, annunciò la volontà di impedire il ritorno dei due soldati in India fino a una risoluzione internazionale sulla giurisdizione. Ma la decisione fu contrastata dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, che, il 21 marzo, confermò il ritorno dei marò a cui seguirono le dimissioni di Terzi.
Queste le parole che la giornalista Cecilia Sala sala ritenne opportuno condividere sui social quando il Ministro Terzi paventò la volontà di tutelare i nostri soldati:
E, ancora, nel gennaio 2015, quando la Corte Indiana stava valutando un secondo permesso per il marò Massimiliano Latorre, questa volta per ragioni di salute:
Per noi militanti, il giornalismo impegnato è un dovere, non solo un diritto, ma sappiamo che è cosa ben diversa dal far politica sulla vita degli innocenti. Per tanto, le sciocchezze della Sala, che si commentano da sole, ci limitiamo a riportarle, senza volontà di infierire, nella speranza che, tornata a casa sana e salva, facendo tesoro di questa "occasione", anche lei si batta nel nome di ciò che è giusto e non, solo, di ciò che conviene.
Per la fortuna di Cecilia Sala, oggi è la destra che governa la nazione. Quella stessa destra che, anche allora a guida FdI, unica insieme al Ministro Terzi (che ora è, infatti, organico al Partito di Meloni), si batté per la scarcerazione e il rientro in patria di Girone e Latorre e che, allo stesso modo, oggi si spende per la liberazione di questa nostra connazionale.
Matteo Respinti