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Scie chimiche, inseminazione delle nuvole e “oscuramento” del sole. Facciamo un po’ di chiarezza.

Di recente ha attirato l’attenzione pubblica un esperimento di geoingegneria solare della Harvard University, che vede tra i finanziatori anche Bill Gates, con l’obiettivo di riflettere parte della radiazione solare che raggiunge il pianeta e ridurre l’aumento delle temperature causate dall’elevata emissione di gas serra.

L’esperimento consiste nell’innalzare in aria un pallone aerostatico a 20 chilometri dalla superficie terrestre e rilasciare del carbonato di calcio, in quantità tra 100g e i 2kg, per analizzarne gli effetti in un raggio di azione di circa cento metri. Le particelle di carbonato avrebbero il ruolo di creare uno specchio chimico, dovuto alle proprietà ottiche di questa polvere, invisibile all’uomo, che rifletterebbe parte della radiazione solare prima che possa essere intrappolata dai gas serra. [1] [2]


Molti giornali, politici, opinionisti e influencers venuti a conoscenza della ricerca hanno gridato al complotto e accusato i ricercatori e lo stesso Gates, che non ha un ruolo negli studi, che questa sia l’ennesima ricerca dell’uomo che si diverte a comportarsi da Dio mediante l’oscuramento del sole.


Tralasciando il discorso del controllo della natura, del comportarsi da Dio e dei complotti delle lobby e dei poteri forti che vogliono controllare il clima sul pianeta, poiché altrimenti anche coltivare diventa comportarsi da Dio; cerchiamo di focalizzarci in cosa consiste l’esperimento, i possibili vantaggi, i rischi e il dibattito della comunità scientifica.


L’idea di riflettere la radiazione solare non è nuova: già nel 1965 era stata proposta al Presidente statunitense Lyndon B. Johnson un’idea simile e nel corso degli anni 80 e 90 sono stati condotti e pubblicati studi sulla possibilità di riflettere la radiazione solare.


L’intuizione dell’esperimento nasce dall’analisi degli effetti provocati dalle grosse eruzioni vulcaniche, che dopo aver rilasciato in atmosfera grandi quantità di solfati e cenere, hanno provocato un abbassamento delle temperature medie sul pianeta. Nel 1815 l'eruzione del Monte Tambora in Indonesia, la più grossa finora registrata, ha rilasciato una nuvola di cenere e solfati nella stratosfera che ha bloccato la radiazione solare e raffreddato il pianeta in media di 2 o 3 gradi in un anno. Anche la più recente eruzione del Monte Pinatubo nelle Filippine nel 1991 ha determinato un raffreddamento globale di quasi un grado.


Per comprendere le potenzialità di questa tecnica basti pensare che pochi grammi di carbonato di calcio potrebbero compensare il riscaldamento ottenibile da una tonnellata di anidride carbonica. I processi collaterali alle eruzioni vulcaniche, però, hanno anche effetti catastrofici, ad esempio l’eruzione del 1815 aveva provocato l’anno successivo forti nevicate in estate, mentre quella del 1991 interruppe il ciclo dell’acqua contrastando il monsone indiano, fondamentale per l’agricoltura della regione.


La geoingegneria, differentemente da una eruzione vulcanica, avrebbe degli effetti diversi poiché vi sarebbe un rilascio graduale e controllato delle polveri e prima di tentare l’esperimento sarebbero necessarie simulazioni e modelli climatici per prevedere ogni possibile effetto indesiderato.


SCoPEx (Stratospheric Controlled Perturbation Experiment) nasce nel 2017 con l’idea di realizzare e mettere in pratica quello che finora era stato solo ipotizzato. Ad oggi non si ha ancora avuto l’occasione di provare l’esperimento a causa dei forti contrasti, dell’assenza di dati sugli effetti indesiderati e della mancanza dell’autorizzazione degli enti governativi, sebbene i ricercatori abbiano richiesto più volte le autorizzazioni sia negli Usa che in Svezia.


Recentemente si è riaperto il dibattito poiché il 30 giugno 2023 l’amministrazione Biden ha iniziato a ragionare su una sua possibile applicazione per comprendere le capacità e le possibilità offerte da questa sperimentazione per arginare gli effetti del riscaldamento globale nell’immediato.


Questa apertura della Casa Bianca ha agitato gli animi della comunità scientifica in tutto il mondo, una delle principali critiche mosse al progetto è la moral Hazard: una buona riuscita dell’esperimento potrebbe innescare un disincentivo nello sviluppo e negli investimenti della transizione energetica NECESSARIA (ho già trattato l’argomento precedentemente) per ridurre le emissioni di gas serra. Infatti, tale tecnica potrebbe diventare da un metodo usato sporadicamente in casi di emergenza a una tecnica abituale che finirebbe per paralizzare lo sviluppo delle tecnologie meno impattanti e di fatto diventare un “antidolorifico” degli effetti che provocano le emissioni, permettendoci di comportarci come se nulla fosse. [3]


Gli altri aspetti critici, a livello tecnico, per l’esperimento sono la distruzione dello strato di ozono, con gli effetti già noti che causerebbe, e il riscaldamento della stratosfera. Il carbonato di calcio, rispetto ad altri materiali (solfati) indurrebbe un basso riscaldamento della stratosfera e permetterebbe di ridurre notevolmente l’attivazione delle specie alogene che erodono lo strato di ozono. In difesa del carbonato di calcio sappiamo che è un materiale non tossico abbondante sulla terra; pertanto, ci si aspetta che non abbia reattività chimica con gli altri elementi della stratosfera, anche se non è possibile affermarlo con certezza non essendo mai stato testato. [4] [5]


Per fare maggior chiarezza e capire che differenza ci sia con l’inseminazione delle nuvole partiamo cercando di capire il funzionamento di quest’altra tecnica. L’inseminazione delle nuove è l’atto di introdurre in una nuvola dei materiali artificiali per alterarne la microstruttura e stimolare le precipitazioni, sopprimere la grandine, alleviare inondazioni ed in ogni caso per “comandare” il comportamento delle nuvole. [6] [7]


Uno dei composti utilizzati per stimolare il comportamento delle nuvole è lo ioduro di argento, una sostanza che è ancora sotto osservazione per la sicurezza dell’uomo. L’utilizzo di questa tecnica era stato sperimentato anche in Italia tra il 1988 e il 1994 e continua a essere testata e usata oggi in alcuni paesi del mondo. La sua efficacia è ancora al centro del dibattito scientifico, ma di certo sappiamo che viene utilizzata in Russia, in occasione del Giorno della Vittoria, il 9 maggio, per avere sempre il cielo sereno sulla Piazza Rossa a Mosca; in Cina viene usata per stimolare la pioggia per ridurre la concentrazione di polveri sottili nell’aria e anche negli Emirati Arabi, da tempo, investono molto in questa tecnologia per avere il controllo del meteo locale. [8]


La profonda differenza che vi è tra l’inseminazione artificiale delle nuvole e “l’oscuramento” del sole risiede nei fini desiderati. L’esperimento della Harvard University non avrebbe lo scopo di generare nuvole per oscurare il cielo, ma come esposto precedentemente, di creare un sottile strato di polvere, invisibile da terra, per ridurre la quantità di radiazione che raggiunge il suolo.

Sebbene gli effetti dell’esperimento non siano prevedibili su larga scala, sarebbe opportuno cominciare a vederne gli effetti in zone localizzate con quantità limitate per comprendere rischi e benefici e in futuro, in caso di successo, è una tecnica che potrebbe venire in aiuto se necessario; anche se l’obiettivo primario deve rimanere la risoluzione del problema alla radice tramite l’implementazione di soluzioni che riducano alla base le emissioni di gas serra.


Filippo Pagliuca


[1] Cfr. “SCoPEx: Stratospheric Controlled Perturbation Experiment”, Scopex, consultato il 29/07/23, https://www.keutschgroup.com/scopex.

[2] Cfr. “Geoengineering”, Harvard's Solar Geoengineering Research Program, consultato il 29/07/23, https://geoengineering.environment.harvard.edu/geoengineering.

[3] Cfr. M. V.Ellis e S. S. Iqbal, Is It Time to Consider Dimming the Sun?, The Crimson, 28 ottobre, 2021, https://www.thecrimson.com/article/2021/10/28/solar-geoengineering/.

[4] Cfr. D. Vetter, Solar Geoengineering: Why Bill Gates Wants It, But These Experts Want To Stop It, Forbes, 20 gennaio, 2022, https://www.forbes.com/sites/davidrvetter/2022/01/20/solar-geoengineering-why-bill-gates-wants-it-but-these-experts-want-to-stop-it/?sh=227bd781842d.

[5] Cfr. J. Temples, “A startup says it’s begun releasing particles into the atmosphere, in an effort to tweak the climate”,MIT Technology Review, 24 dicembre, 2022,

[6] Cfr. R. R. Czys, Cloud seeding, In Environmental Geology. Encyclopedia of Earth Science, pp.84-86, Dordrecht, Springer, 1999, https://doi.org/10.1007/1-4020-4494-1_58.

[8] Cfr. E. Hartog, Moscow Ready to Use Cloud Clearing Techniques on Victory Day, The Moscow Times, 29 aprile, 2014, https://www.themoscowtimes.com/2014/04/29/moscow-ready-to-use-cloud-clearing-techniques-on-victory-day-a34859.

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