In questi giorni, la visita ufficiale di stato delle Loro Maestà Felipe VI e Letizia di Spagna in Italia mi ha fatto riflettere sul ruolo e l'attualità della monarchia. Questa istituzione, vecchia quanto la storia umana, ancora oggi suscita fascino e resta solida.
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Un episodio significativo in Germania
Altresì, mi è tornato in mente un episodio. Ero in Germania, stavo visitando il castello di Schwerin, fiabesca residenza dei Duchi del Meclemburgo. Una residenza meravigliosa e fastosa, con sale musealizzate, raccolte di opere d'arte, suppellettili e reliquie.
Un lungo percorso, che si snoda tra le camere vegliate dagli sguardi degli antichi, culmina nella sala del trono: un cofano aureo con l'antico scranno posto sotto il baldacchino. Questo sfarzo, oltre ad esaltare la dinastia, raccoglie e testimonia la storia stessa della regione, esaltando i fieri discendenti di Niklot, fondatore della dinastia e grande sovrano barbaro degno di un'opera wagneriana.
Il contrasto tra antico prestigio e modernità
Tutta questa meravigliosa opera, che coniuga storia e arte, è affiancata dalla moderna sede del parlamento del land Meclemburgo-Pomerania Anteriore; una grigia assemblea, con sedie da ufficio moderne e pareti bianco spento simil brutalismo sovietico.
Questa differenza abissale mi fece tornare in mente una frase di Pierre Drieu La Rochelle: "L'Europa si è ridotta a portare le sue chiese senza Dio, i suoi palazzi senza Re come gioielli scintillanti sul seno sfatto".
Le monarchie in passato avevano due elementi che oggi non abbiamo più: il senso dell'incarnazione dell'autorità e il prestigio. Sembra un discorso superato, eppure l'Europa degli imperi e della grande continuità storica, culturale e tradizionale è stata sostituita da una congrega di staterelli borghesi e austeri; burocrazie e amministratori della cosa pubblica, senza passato e senza spessore.
Carlo III e la sacralità della monarchia: ritorno della tradizione?
In quest'ottica, anche alcune monarchie attualmente sul trono sembrano una mera fotocopia di alcune repubbliche; dove il sovrano, oramai sbiadito, è null'altro che un presidente a vita.
Eppure, qualcosa si salva, più forte del tempo e degli eventi. La cerimonia di incoronazione di Carlo III del Regno Unito, seppur modernizzata e "inclusivizzata", ha mantenuto un fascino antico e tradizionale, guardato in tutto il mondo. Il fascino di quel rito incarna degli elementi ancestrali, ancora oggi estremamente evocativi.
Le esequie di Amedeo di Savoia: simboli e auctoritas
Ricordo altresì le immagini di Superga, nel luglio del 2021, con l'antica basilica torinese come sfondo alle esequie in trigesima del Duca Amedeo di Savoia. Il letto di duolo drappeggiato di rosso e oro, la fascia turchina da ufficiale, la corona dorata e il collare dell'Annunziata evocavano il rito antico della scomparsa di un Sovrano.
I segni della regalità sono una testimonianza del retaggio europeo, la forza e il prestigio puro dell'auctoritas.
Il contatto diretto con la gente: la monarchia nella crisi moderna
L'autorità dei Re, nella versione più tradizionale e profonda, ancora oggi permane. Le immagini dell'alluvione di Valencia di novembre mostrano la popolazione civile colpita, con cittadini infuriati mentre il primo ministro socialista Sanchez fuggiva.
Re Felipe e la Regina, invece, sono rimasti: hanno preso insulti, parlato, rassicurato e abbracciato la gente. Pareva quasi di vedere i vecchi Re taumaturghi, che toccando i malati potevano alleviarne le sofferenze.
In modo simile, in Francia, nel contesto delle proteste degli agricoltori, è apparso Jean, Conte di Parigi, pretendente al trono di Francia. Come i suoi antenati, ha compreso le difficoltà della sua gente, citando il medico François Quesnay: "Que le souverain et la nation ne perdent jamais de vue que la terre est l'unique source des richesses", Il sovrano e la nazione non perdano mai di vista che la terra è l’unica fonte di ricchezza.
Valori e tradizione: l'essenza della monarchia
Il grande valore e la forza tradizionale della monarchia risiedono in questi principi: valori, tradizione, senso sacro, prestigio e contatto diretto con la gente. Il Duca Amedeo, con i suoi modi pacati e semplici, incarnava questa immagine, ribadendo come la monarchia fosse un "principio" che dava "equilibrio" alla Nazione.
La caratterizzazione sacra è un elemento fondamentale della monarchia. Lo stesso Re Umberto II asserì: "La repubblica si può reggere col cinquantun per cento; la monarchia no [...] Deve essere un simbolo caro o non è nulla".
Questa forza simbolica è un pilastro: il Sovrano incarna tutta la nazione. Ricordo una testimonianza indiretta di un soldato della Prima guerra mondiale, che nel fango del Piave incontrò il Re. Questo soldato fra i soldati suscitava rispetto, come dimostrato al convegno di Peschiera dopo Caporetto.
La monarchia: un principio atemporale
Questa energia è rimasta immutata nei secoli. Quando Roma antica divenne una repubblica, istituì la figura del "Rex sacrorum", a conferma di quanto i riti sacri fossero necessari all'equilibrio delle istituzioni. Nei tempi più recenti, la consacrazione del Sovrano scandiva la continuità dello Stato, come racchiuso nel grido "Il Re è morto, viva il Re".
Julius Evola, in Rivolta Contro il Mondo Moderno, descrisse la monarchia come un asse di luce che trascende il mondo materiale. Questo legame con la Tradizione era un riferimento, un sostegno capace di orientare l'individuo verso il sovramondo.
Questi caratteri tradizionali sono fondamenti necessari, oggi più che mai attuali. In un mondo moderno dominato da burocrazie, tecnocrati e banchieri, la forza stabilizzante della monarchia rappresenta un miraggio necessario.
Come sosteneva Charles Maurras: "Si vous avez résolu d'être patriote, vous serez obligatoirement royaliste, la raison le veut!", "Se hai deciso di essere un patriota, sarai necessariamente un realista, la ragione lo dice!".
Alessio Benassi
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