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UNESCO & Anno 1980: lo sforzo che azzera Milano

«Quando sento la parola cultura…»


Mi hanno fatto cortesemente presente che il titolo dato a questo articolo è criptico. Ovvero non si coglie, da subito, l’essenza dello scritto il quale, come potrete vedere, è stato vergato in punta di “sfondagiaco” o, se preferite, in punta di stiletto.

 

Orbene, ecco il punto (o miracolo): nel 1980 la Chiesa e il Convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie e il “Cenacolo” di Leonardo da Vinci sono tutelati all’UNESCO.

 

A ben vedere il grande miracolo avvenuto a Milano, sotto il profilo culturale, è che, seppure i bombardamenti liberatori che hanno tentato di azzerare la città abbiano polverizzato anche il refettorio della sede dell’Inquisizione milanese, la parete con l’affresco dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci è rimasta illesa e così pure l’opera d’arte. Cercate e guardate le foto in bianco e nero del disastro e soprattutto quella pila di sacchetti di carta e di tela, riempiti di terra, che proteggono e sostengono la parete… e poi ditemi se non è stato un miracolo che non sia crollata!

 

A me viene quasi da ridere, ma a denti stretti, perché appena si conclude la “danza macabra” ecco che si chiude il portone della stalla con i buoi fuggiti (e mitragliati): si fonda l’UNESCO.

 

Ma che cos’è? Ce lo dice testualmente il sito www.patrimoniomondiale.it:

 

«Il termine UNESCO è l’acronimo di United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, (in italiano: Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura). Si tratta di un’agenzia speciale delle Nazioni Unite, fondata a Parigi nel 1945 (subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale), con l’obiettivo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni attraverso i canali dell’Educazione, Scienza, Cultura e Comunicazione» (https://www.patrimoniomondiale.it/?p=8).

 

«Cui prodest?»

 

Che cosa ci dice, invece, il sito web dell’UNESCO in tema di Patrimonio Mondiale (www.unesco.it)?

 

Ecco qui: «Il Patrimonio rappresenta l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future. Il nostro patrimonio, culturale e naturale, è fonte insostituibile di vita e di ispirazione. Luoghi così unici e diversi quali le selvagge distese del Parco Nazionale di Serengeti in Africa Orientale, le Piramidi d’Egitto, la Grande barriera australiana e le cattedrali barocche dell’America latina costituiscono il nostro Patrimonio Mondiale»

 

Pertanto, prima di quel fatidico 1980 milanese, si tutela questo “bene” italiano:

«1979 Arte Rupestre della Valcamonica». Esso è seguito, in rapida successione, da quest’altro:

«1980 (e 1990) Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le Mura».

 

Oggi, XXI secolo, ben sessanta siti italiani sono Patrimonio Mondiale; l’ultimo della lista, che troverete in fondo a questo “pezzo”, è il seguente: «2024 Via Appia. Regina viarum».

Milano, strano a dirsi, è rimasta ferma al palo, ovvero al 1980. Difatti solo chiesa, convento e Cenacolo vinciano sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

 

Duomo e Castello:

 

In tempi recenti qualcheduno ha malauguratamente prospettato di tutelare all’UNESCO qualche altro pezzo di storia di Milano, come il Duomo e il Castello.

 

Vi rendete conto di quanti alberi verranno abbattuti per produrre la carta che servirà alla stampa dei moduli da compilare? Certamente non sapete che per salvaguardare anche un solo monumento ci vorranno mesi di lavoro, agli amanuensi compilatori, praticamente uno o due anni di sforzi... ma a patto che qualcheduno gli abbia già fornito il materiale utile che spieghi le caratteristiche dell’oggetto da tutelare.

 

Ne vale la pena?

 

In ottemperanza a questi ultimi 44 anni di diktat di deculturazione (o dovrei dire “almeno 80 anni”?) posso serenamente affermare: non ne vale la pena!

 

Siccome solo un terzo della città è stato cancellato dai bombardamenti angloamericani liberatori, si è data mano libera alla ricostruzione grazie ai “re del mattone”, ai “palazzinari”, all’erezione di ottimi e poco ingombranti “quartieri-dormitorio”, per giungere infine alle organizzazioni illegali che hanno visto in Milano un terreno dove fare soldi a palate. Ecco un dato più o meno certo: l’ottanta per cento dei “movimenti di terra” pare sia in mano alla così detta “ndrangheta”.

 

In conclusione: tutelare vuol dire spendere tempo e risorse, ma anche mantenere (a questo punto inopinatamente) un patrimonio architettonico, artistico, storico, culturale e identitario che va in rotta di collisione con l’attuale corrente deculturatrice, omogeneizzatrice, burattatrice.

 

In ultimo (perché sottacerlo?), l’aspetto identitario costituito a prima vista dall’apparato architettonico antico disturba la vista di quelli che “la sinistra”, appoggiata dalla corrente ecumenica della “chiesa di Roma”, ha chiamato “i nuovi milanesi”.

 

Direi che il Duomo di Milano deve oggi chiudere la sua “Veneranda Fabbrica” e avviarsi al destino di Santa Tecla, ovvero scomparire dalla Piazza.

 

E il Castello? A furia di ripetere sui così detti “(edulcorati) libri di storia”, che la fortezza era un simbolo di oppressione, ci si è abituati all’idea che questa architettura diventi un mega parco-giochi oppure che segua finalmente le sorti della Bastiglia di parigina memoria, ovvero scompaia alla vista dei “nuovi milanesi”. Magari al suo posto ci starebbe bene un centro commerciale modello sudamericano oppure una simpatica moschea.

 

A denti stretti:

 

Vediamo ora, punto per punto, e senza sarcasmo, quali siano le peculiarità, ignorate, dei nostri più rappresentativi monumenti, ovvero i simboli del potere spirituale e temporale della Città di Milano.

 

A. Duomo di Milano – Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria

 

1. La sua costruzione comincia nella seconda metà del XIV secolo ed ogni sua fase è perfettamente documentata.

2. Consacrato nel XV secolo, l’edificio religioso di rito cattolico ambrosiano è la Cattedrale dell’Arcidiocesi di Milano, intitolata alla Beata Vergine Maria.

3. Si tratta della più grande chiesa di rito cattolico d’Italia, la seconda d’Europa (dopo San Pietro in Vaticano) e la terza nel Mondo (dopo la Basilica di Nostra Signora di Aparecida in Brasile).

4. È la più significativa espressione del Gotico Italiano, con ben 135 torri in Marmo di Candoglia e più di 3.500 statue.

5. La costruzione e la continuità del sacro edificio sono garantiti dall’istituzione della Veneranda Fabbrica del Duomo, avvenuta nel 1387 per volere di Gian Galeazzo Visconti, con l’utilizzo della Cava di Candoglia per l’impiego del prezioso marmo rosato.

6. Nell’edificio si sono cimentati alcuni dei massimi architetti e artisti d’ogni tempo, tra cui si ricorda Leonardo da Vinci.

7. L’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano è unico al Mondo: per varie e fortunate vicissitudini storiche e politiche esso contiene ancora tutta la documentazione inerente la Cattedrale, dalla sua costruzione ad oggi.

8. Enumerare i tesori storici e culturali che contiene non è qui possibile: si potrebbe riempire qualche tomo d’enciclopedia.

Attenzione: oltre a tutelare il sacro edificio si deve tutelare l’intera Piazza del Duomo (sotto cui giace una buona parte della Storia di Milano, con i suoi resti paleocristiani), gli edifici che vi si affacciano (come ad esempio l’Arcivescovado e Palazzo Reale) e la stessa Cava del Marmo di Candoglia.

 

B. Castello di Milano – Castrum Portae Jovis Mediolani

 

1. La sua costruzione comincia nella seconda metà del XIV secolo, sul sedime di precedenti architetture militari, ancora da studiare.

2. Si tratta di una delle più grandi e sontuose fortezze d’Europa, articolata in un castello a pianta quadrangolare di circa 188 metri di lato, fossato escluso, con una cinta esterna aggiuntiva denominata da Leonardo da Vinci “Ghirlanda”.

3. Alla sua costruzione hanno partecipato alcuni dei migliori architetti e ingegneri militari d’Italia e d’Europa come Bartolomeo Gadio, Filippo Brunelleschi, Donato Bramante, Cesare Cesariano. Un architetto da ricordare in modo particolare è Antonio Averlino detto Filarete, che ha lavorato alla porta-torre del Castello che conserva il suo nome (oggi ne vediamo la ricostruzione): nel suo Trattato di Architettura, dedicato inizialmente a Francesco Sforza, preconizza nella Sforzinda la fortificazione stellare che rimane la base delle architetture militari europee e mondiali a fronte bastionato denominate “alla moderna” o “all’italiana”.

4. La Galleria di Controscarpa della Ghirlanda è un’opera che non ha eguali al Mondo: nessun’altra d’epoca medievale ha uno sviluppo di 507 metri, un centinaio di finestrelle e ben tredici gallerie che da essa si diramano a servizio delle difese esterne.

5. Gli unici disegni ad oggi noti del Castello di Milano in epoca medievale sono di Leonardo da Vinci: solo grazie a lui conosciamo, ad esempio, la disposizione interna di Piazza d’Armi.

6. L’opera d’arte più significativa è la così detta “Sala delle Asse”, affrescata da Leonardo da Vinci.

7. Nella seconda metà del XVI secolo è attorniato da una poderosa fortezza “all’italiana” a sei baluardi, a cui si aggiungono sei mezzelune nel secolo successivo, denominata Fortezza Reale (il tutto è fatto cimare per ordine di Napoleone, ma oggi sotto asfalto e aiuole vi sono le architetture rinascimentali interrate per un’altezza di almeno otto metri).

8. Oggi è sede di musei, raccolte d’arte e possiede uno dei “monetari” più ricchi d’Europa (per altro mai visibile al Pubblico).

 

Attenzione: oltre a tutelare l’architettura militare medievale, si deve tutelare l’intera Piazza Castello (visto che le autorità incompetenti autorizzano l’uso delle ruspe sopra le opere del Rinascimento Italiano), nonché il Parco Sempione, per il fatto che al di sotto del manto erboso conserva parte della Fortezza Reale ed è un bellissimo Parco Storico da quarant’anni in possesso di spacciatori, drogati e borseggiatori.

 

Concludendo per un principio migliore:

 

Concludo. A denti stretti mi tocca scrivere che la direzione della cultura milanese è contraria alla cultura milanese stessa. Non è ammissibile che da quel 1980 ad oggi non vi sia stata alcuna “giunta” che abbia voluto la tutela di Duomo e Castello. Ma nemmeno la stessa Curia e nemmeno la stessa Soprintendenza ci hanno pensato.

 

Questo dato di fatto deve fare riflettere il Cittadino sul futuro suo, della città e di tutto ciò che ne consegue. Poi, magari, oltre alla riflessione, è bene che ci si rimbocchi le maniche e ci si dia da fare, se in un futuro assai prossimo si vorrà continuare a parlare italiano.


Appendice, 60 patrimoni italiani tutelati:

 

 

«1979 Arte Rupestre della Valcamonica

1980 (e 1990) Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le Mura

1980 La Chiesa e il convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie e il ‘Cenacolo’ di Leonardo da Vinci

1982 Centro storico di Firenze

1987 Venezia e la sua Laguna

1987 Piazza del Duomo a Pisa

1990 Centro Storico di San Gimignano

1993 I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera

1994 La città di Vicenza e le ville del Palladio in Veneto

1995 Centro storico di Siena

1995 Centro storico di Napoli

1995 Crespi d’Adda

1995 Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po

1996 Castel del Monte

1996 Trulli di Alberobello

1996 Monumenti paleocristiani di Ravenna

1996 Centro storico di Pienza

1997 Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata

1997 Il Palazzo reale del XVIII secolo di Caserta con il Parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di San Leucio

1997 Costiera Amalfitana

1997 Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande

1997 Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)

1997 Residenze Sabaude

1997 Su Nuraxi di Barumini

1997 Area Archeologica di Agrigento

1997 Piazza Armerina, villa romana del Casale

1997 L’Orto botanico di Padova

1998 Area archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia

1998 Centro Storico di Urbino

1998 Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula

1999 Villa Adriana (Tivoli)

2000 Isole Eolie

2000 Assisi, La Basilica di San Francesco e altri siti Francescani

2000 Città di Verona

2001 Villa d’Este (Tivoli)

2002 Le città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud-orientale)

2003 Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia

2004 Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia

2004 Val d’Orcia

2005 Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica

2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli

2008 Mantova e Sabbioneta

2008 La ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina

2009 Dolomiti

2010 Monte San Giorgio

2011 I longobardi in Italia. Luoghi di potere

2011 Siti palafitticoli preistorici delle Alpi

2013 Ville e giardini medicei in Toscana

2013 Monte Etna

2014 Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato

2015 Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale

2017 Opere di difesa veneziane del XVI e XVII sec. Stato di Terra-Stato di Mare Occidentale (bene transnazionale, per l’Italia Peschiera, Bergamo, Palmanova)

2017 Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa,  sito transnazionale. In Italia 13 faggete

2018 Ivrea, città industriale del XX secolo

2019 Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

2021 Padova Urbs Picta – Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento

2021 Le Grandi Città Termali d’Europa

2021 I Portici di Bologna

2023 “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale”

2024 Via Appia. Regina viarum».

 

DIDASCALIE:

 

1.Milano: Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria (ph. G.P.).


2. Questa è una delle 3500 statue in Marmo di Candoglia che adornano le superfici esterne della Cattedrale (ph. G.P.).


3. Battistero di San Giovanni alle Fonti, situato inferiormente al Duomo: lacerto d’affresco (ph. G.P.).

 



4. Ipogeo situato al di sotto del monumento equestre dedicato a Vittorio Emanuele II (ph. G.P.).


5. Castrum Portae Jovis Mediolani (ph. G.P.).



6. Il Castello di Milano circondato dalle bastionature della Fortezza Reale d’epoca rinascimentale (Catasto Teresiano Mappa Città di Milano detta del Filippini - 1722).



 7. La galleria di controscarpa della Ghirlanda del Castello, denominata da Leonardo da Vinci “strada segreta di dentro”, opera medievale unica al Mondo (ph. G.P.).



8. Il passaggio segreto del Castello di Milano, oggi impercorribile in quanto sommerso dalle acque reflue destinate alla fognatura: un bel “complimenti, bella carriera!” alle autorità incompetenti (ph. G.P.).

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