top of page

Walter Rizzetto: l'onorificienza a Tito e il rispetto dei martiri italiani

L’istituzione del Giorno del Ricordo


«La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.»

Una giovane esule italiana trasporta, insieme ai propri effetti personali, una bandiera tricolore

Così recita il primo Articolo della L. 30 marzo 2004, n. 92, che istituisce la giornata istituzionale in ricordo del dramma delle foibe in coincidenza dell’anniversario della firma dei Trattati di Pace a Parigi (10 febbraio 1947), con i quali l’Istria, il Quarnaro, la provincia di Zara e parte della Venezia-Giulia furono assegnati alla Jugoslavia. Avendo la Repubblica italiana finalmente riconosciuto le violenze subite dal nostro popolo nel secondo dopoguerra, risulta paradossale il fatto che al maresciallo Tito non sia ancora stata revocata la più alta onorificenza conferibile: il titolo di Cavaliere di Gran Croce, decorato di Gran Cordone, dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.


L’Ordine al merito: un cavillo normativo


L’Ordine fu istituito al fine di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.». Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro, invece, conferì il titolo a Josip Broz per mere ragioni opportunistiche di carattere geopolitico ed economico.

Belgrado, 2 ottobre 1969, Il Presidente Saragat conferisce l'onorificenza a Tito

L’ostacolo giuridico all’annullamento del titolo è rappresentato dall’impossibilità, secondo il testo normativo vigente, di revocare le onorificenze a persone defunte. Di qui le numerose proposte, avanzate nel corso degli anni dai deputati di Fratelli d’Italia, di modificare il dispositivo della legge succitata così da poter rimediare a questo affronto nei confronti delle vittime delle foibe e delle loro famiglie, di cui l’ultima, depositata simbolicamente a febbraio 2023, vede come primi firmatari l’On. Walter Rizzetto, l'On. Tommaso Foti e l’On. Nicole Matteoni.


Una proposta di legge semplice, ma doverosa

L’On. Rizzetto, di origini friulane, in particolare, ci ha gentilmente concesso una breve intervista per spiegare le ragioni che l’hanno spinto a presentare, ancora una volta, una simile proposta di legge. Cosa significa intraprendere questo iter legislativo per Lei, la Sua terra e tutto il popolo italiano?


«La revoca di questa onorificenza, grazie alla mia pdl, contribuirebbe a sanare, anche se in parte, la ferita del confine orientale, rendendo il giusto tributo alle migliaia di vittime sulla cui memoria ancora oggi non è stata fatta piena giustizia. La storia ci consegna degli avvenimenti atroci accaduti per mano di Tito, dittatore jugoslavo, che si è macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità universalmente riconosciuti ed è per questo che chiediamo la revoca dell’onorificenza.


Ricordo che a seguito del Trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, che ha determinato la cessione alla Jugoslavia delle province di Pola, Fiume e Zara e di una parte delle province di Trieste e Gorizia, i nostri connazionali hanno subìto indicibili sofferenze. Sono circa 350.000 gli esuli italiani che furono costretti a lasciare quei territori per trovare rifugio in Italia e all’estero. Mentre altre migliaia sono rimaste nelle loro terre d’origine, torturati e uccisi nelle voragini naturali dell’altopiano del Carso a causa delle persecuzioni anti-italiane del regime di Tito, che si risolsero in una vera pulizia etnica.


Per decenni sono stati celati ed esclusi dalla narrazione storica e pubblica i fatti legati a coloro che persero la vita nelle foibe, all’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati e alle deportazioni nei campi di concentramento sloveni e croati. Davvero assurdo e paradossale è il fatto che la Repubblica italiana, da un lato, riconosca il dramma delle foibe e celebri la memoria delle sue vittime in occasione del Giorno del ricordo e, dall’altro, annoveri tra i suoi più illustri insigniti proprio chi ordinò la pulizia etnica degli italiani in Istria e nell’Adriatico orientale.


La tematica ha visto compatto tutto il gruppo di Fratelli d’Italia sia alla Camera che al Senato. Ringrazio, per l’impegno e la determinazione, il capogruppo Tommaso Foti e l’On. Nicole Matteoni. Evidenzio che il 12 febbraio 2020, Fratelli d’Italia aveva proposto su questo tema una mozione alla Camera e il primo firmatario era il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.»


Perché, secondo Lei, solo Fratelli d’Italia si interessa alla questione? Cosa spaventa la sinistra italiana, che tutt’oggi si rifiuta di prendere una chiara posizione di condanna del massacro? Assistiamo sempre a becere lamentele in occasione del Giorno del Ricordo, come se fosse una celebrazione dell’estrema destra invece che la commemorazione di veri e propri martiri…

Il Presidente della Repubblica, comunista, Sandro Pertini e Tito

«In questa vicenda parliamo di valori, di appartenenza a un territorio, a una Nazione, di italianità e di italiani. Valori che a mio avviso non dovrebbero avere colore politico. Il fatto che questi valori sono sempre stati alla base dell’ideologia e del pensiero di Fratelli d’Italia è storia. Dico anche che bisogna conoscere nel modo giusto le vicende di quel momento storico e trasferirle ai giovani senza fare revisionismo storico e senza fiancheggiare chi, come Tito, ha fatto trucidare i nostri connazionali innocenti.


Noi stiamo dalla parte della verità storica, dalla parte degli italiani e dalla parte di quelle migliaia e migliaia di italiani morti per ordine di Tito. Nel 1969, quando fu concessa l’onorificenza a Tito, la tragedia delle foibe e l’esodo degli istro-fiumano-dalmati erano argomenti tabù e quindi banditi dal dibattito pubblico e occultati per decenni, come ha riconosciuto lo stesso presidente Mattarella durante le commemorazioni del Giorno del Ricordo.


Fratelli d’Italia, che continua a mantenere vivo il ricordo della tragedia delle foibe e dell’esodo forzato degli italiani, chiede giustizia, rispetto e attenzione in onore di tutti gli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia che hanno perso la loro vita o costretti a lasciare la propria casa e la propria terra.


Mi auguro che l’approvazione di questa proposta di legge sia bipartisan, nonostante ancora oggi esistono i negazionisti di quegli orrendi eccidi.»


Per quanto la concessione di onorificenze possa essere quasi un automatismo in occasione delle visite di Stato, la decorazione del Gran Cordone non è stata concessa nemmeno a J.F. Kennedy o Barack Obama. Secondo Lei, dovremmo porre un limite alle “ragioni di Stato”, qualsiasi cosa possa intendersi con tale espressione, oppure uno Stato può oltrepassare gli eventi della Storia, anche quando c’è di mezzo l’incolumità dei suoi cittadini?


«Ricordo che ad agosto 2022 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato decreti che dispongono la revoca delle onorificenze italiane a oligarchi russi e uomini della stretta cerchia del Cremlino.


Quando uno Stato aggredisce uno Stato sovrano ritengo sia giusto che le onorificenze vengano revocate, è un segnale forte e importante. Così come nelle vicende di pulizia etnica contro gli italiani in Istria e nell’Adriatico orientale è doveroso che l’onorificenza concessa a Tito, credo per opportunità - in quel momento - politica ed economica, venga revocata.


La posizione di Fratelli d’Italia è sempre stata chiara: inserire “nell'ordinamento italiano la possibilità di revoca del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana a chiunque, anche se defunto, si sia macchiato di crimini crudeli e contro l'umanità". Nel caso dell’eccidio nei confronti di cittadini italiani, nostri concittadini, non possiamo oltrepassare gli eventi che la storia ci ha consegnato.»


Ringrazio di cuore l’On. Rizzetto per aver dedicato a Il Presente questo approfondimento e mi unisco, a nome di tutta la comunità del Presente e di Gioventù Nazionale Milano, all’augurio che la proposta di legge venga approvata all’unanimità per senso civico, anziché contrastata per colore politico.


Alessia Antoniazzi



bottom of page